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Cancellare la riforma Bonafede per tornare alla prescrizione sostanziale in tutti i gradi di giudizio della riforma Orlando. È questa la proposta del gruppo Azione-Italia Viva, che ha presentato un ordine del giorno per rimuovere «le criticità attuali derivanti dalla “Spazzacorrotti”», ha spiegato Enrico Costa, primo firmatario della proposta contro il «fine processo mai» e attuale presidente della Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio.
«Se passa è un grande risultato», ha affermato il deputato, che ha votato no alla fiducia. Ma poco dopo ha assicurato sostegno al governo sul tema, qualora lo stesso si impegnasse a portare avanti la sua proposta. Dubbi ce ne dovrebbero essere pochi: l’ordine del giorno è stato infatti concordato con l’Esecutivo, confermando l’asse tra maggioranza e terzo polo su alcuni temi della giustizia, come l’annunciata modifica del reato di abuso d’ufficio e della disciplina delle intercettazioni.
E lo stesso sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro aveva dichiarato apertamente pochi mesi fa, al Dubbio, che il ritorno alla prescrizione sostanziale è un principio di civiltà. «I diritti incomprimibili dei cittadini rispetto alla forza dello Stato vanno ripristinati - aveva sottolineato -. Esiste il diritto all’oblio: non posso creare un universo concentrazionario di imputati a vita. Non è possibile che 7 anni e mezzo non siano sufficienti ad accertare un’ipotesi di furto al supermercato».
Punto di vista ribadito da Fratelli d’Italia, che ha confermato la volontà di votare sì all’ordine del giorno, così come Lega e Forza Italia. La proposta parte dall’inserimento, nel decreto Rave, degli articoli da 5-bis a 5-terdecies, «volti ad ovviare ad alcuni dubbi interpretativi di diritto intertemporale» sorti in merito alla riforma Cartabia. Che contiene anche le disposizioni in materia di prescrizione, con le quali il precedente governo aveva voluto «rimediare alle criticità» della legge Spazzacorrotti, che sospendeva il corso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado.
«La riforma Cartabia, tuttavia, non ha modificato il principio di sospensione della prescrizione sostanziale dopo la sentenza di primo grado fissato dalla riforma Bonafede, configurando piuttosto un’ipotesi di improcedibilità in appello», si legge nell’odg, che mentre scriviamo non è ancora stato votato. Una scelta per «ovviare alle macroscopiche criticità» della norma Bonafede e trovare un compromesso con il M5S, allora parte di quella maggioranza, ma non sufficiente, secondo il Terzo Polo, a sanare tutte le storture. Anche perché «l’allungamento dei tempi processuali non solo collide con gli obiettivi del Pnrr che, al contrario, ne impongono una significativa riduzione, ma si pone altresì in aperto contrasto con i princìpi costituzionali di presunzione d’innocenza, funzione rieducativa della pena e ragionevole durata del processo». L’intento è dunque «predisporre, con una rivisitazione organica, il ripristino della disciplina della prescrizione sostanziale in tutti i gradi di giudizio», tentativo che Costa porta avanti sin dal 2019, quando fu approvata la Spazzacorrotti.
Una barbarie giuridica, secondo il deputato, dal momento che la prescrizione rappresentava «un punto di riferimento per il giudice, una spia per cercare di celebrare tempestivamente i processi». Inoltre, tale norma «fa pugni con una serie di principi costituzionali» che richiedono «una compressione dei tempi del processo» in parte raggiunta con la riforma Cartabia, che ha messo in campo meccanismi «tesi a contenere il perimetro delle indagini entro tempi certi». Ma rimangono delle lacune da colmare, ha sottolineato Costa, così come aveva tentato di fare la commissione Lattanzi, con la proposta che prevedeva, dopo la sentenza di primo grado di condanna e dopo la sentenza di appello di conferma della condanna, la sospensione della prescrizione per due anni, nel primo caso, e per un anno, nel secondo.
La proposta non passò, ma ora, secondo Costa, è possibile porre rimedio. «Se ci sono le condizioni e c'è una maggioranza oggi che può ripristinare l'ordine della prescrizione - ha concluso - penso che si debba arrivare a questo e lo dico non soltanto alla maggioranza di oggi, lo dico anche all'opposizione di allora, perché quando c'era il governo gialloverde il Partito democratico fu protagonista di un'opposizione ferrea» alla riforma della prescrizione. «Mi stupirei, oggi, se non ci fosse da parte loro un consenso su questo ordine del giorno. L'auspicio è che ci sia un accoglimento e che in seguito all'accoglimento ci sia poi un impegno consequenziale da parte del governo per il quale noi assicuriamo certamente un sostegno su questo tema».