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presunzione d'innocenza
La Lega ha depositato una proposta di legge – firmata da tutti i deputati del Carroccio in Commissione Giustizia alla Camera – nella quale si prevede, tra le altre misure, l’abbassamento del limite dell’imputabilità dei minori da 14 a 12 anni. Inoltre la Lega suggerisce, nel testo, di escludere le premialità previste per i reati compiuti dai minori se c’è l’aggravante dell’associazione. «Un minore di 12 anni di oggi - spiega uno dei firmatari del progetto di legge - è diverso rispetto a quello di qualche anno fa. Bisogna aggiornare il codice e considerare la realtà».
La legge targata Lega contro le baby gang, sarà incardinata a breve ed è stata richiesta anche la firma del Movimento 5 stelle. Teoricamente non dovrebbero esserci problemi per i 5Stelle, perché nel loro programma elettorale originario, precisamente nel capitolo dedicato alla giustizia, i grillini hanno proposto nero su bianco proprio l’abbassamento della soglia di punibilità a 12 anni «visto l’aumento della capacità – si legge nel testo - e della maturità dei ragazzini che alle volte commettono consapevolmente reati molto gravi».
Ieri mattina, sia il presidente della Camera Roberto Fico intervenendo a Napoli ad un convegno sulla giustizia minorile promosso dalla Cisl, che il questore Antonio De Iesu, hanno affrontato proprio la questione delle baby gang spiegando che la priorità è la prevenzione, mettendo l’accento sul ruolo degli assistenti sociali e sulla lotta alla dispersione scolastica come strumenti per riuscire a recuperare i ragazzini influenzati da valori negativi. «Siamo sempre allo stesso punto – ha dichiarato Fico – dobbiamo combattere la dispersione scolastica, dobbiamo far sì che tutti i nostri figli, che sono i figli di questa città e non solo, possano andare a scuola a tempo pieno, ci devono essere luoghi dove ci sia davvero un esercito di assistenti sociali, di operatori del sociale, dove le scuole sono aperte, in collaborazione con i Comuni, con le municipalità, con le associazioni, con le parrocchie, con tutte quelle attività che fanno sì che il quartiere diventi formativo e sicuro. Sennò – ha proseguito la terza carica dello Stato – ci ritroveremo sempre allo stesso modo, quello che accadeva 30 anni fa accade 30 anni dopo, ovvero una rigenerazione di una cultura micro criminale, una cultura camorristica all’interno dei nostri territori. Noi dobbiamo spezzare definitivamente questa catena e lo possono fare solo le istituzioni e la politica con un impegno serio». Anche il Questore Antonio De Iesu ritiene necessario un tipo di intervento sociale e culturale per riuscire a contrastare la deriva della criminalità minorile e fermare l’arruolamento dei minori da parte della criminalità organizzata.
«Dopo i gravissimi fatti che hanno caratterizzato Napoli nell’ultimo anno abbiamo dato delle risposte forti», ha ricordato il questore citando i casi di aggressioni da parte di baby gang a coetanei, ma per De Iesu «bisogna capire perché succede questo e perché c’è tanta crudeltà, violenza e capacità di interpretare i valori etici della convivenza civile da parte di minorenni».
Ma quindi, fino ad oggi, un minore di 14 anni che commette un reato la fa, come si suol dire, franca? Assolutamente no. Il minore di anni 14 non è, finora, imputabile penalmente. Tuttavia se viene riconosciuto socialmente pericoloso possono essere previste delle misure di sicurezza che non costituiscono una pena e quindi si applica l’istituto della libertà vigilata o il ricovero in riformatorio. Prima del compimento di tale età, è possibile sottoporre il bambino o ragazzino al cosiddetto processo di sicurezza, finalizzato all’applicazione di una misura di sicurezza, vale a dire una misura applicata dal giudice minorile che è limitativa della libertà personale e che può essere di due tipi: libertà vigilata e collocamento in comunità. Resta il fatto che un bambino di 12 anni, non può essere liquidato come delinquente se commette un reato, ma il più delle volte è una vittima. Un servizio di Sky TG24, l’altro ieri, ha fatto un servizio dove ha svelato come i pusher utilizzano i bambini come vettori della droga. I cosiddetti baby boss non sono altro che minori adescati dalla criminalità organizzata ( come la camorra) per fungere da “pony express” della droga o altro. La risposta per questi minori deve essere proprio il carcere?