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Sarà una giornata importante l’8 marzo di quest’ anno, il movimento femminista lo sta riempiendo di contenuti, a partire dalla violenza di genere e i diritti delle donne per poi connettersi con altre tematiche al centro del dibattito politico odierno. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=r3oLwXs9Fn4[/embed] Enrica Rigo, docente di Filosofia del Diritto all’università Roma Tre e attiva tra le file di “Non una di meno”, spiega come il prossimo 8 marzo non avrò niente di rituale. «Lo sciopero dell’8 marzo è uno sciopero dal lavoro produttivo e da quello riproduttivo –dice-, quel lavoro che non è considerato come tale perché non viene pagato, quel lavoro che viene considerato una missione del ruolo naturale delle donne, vale a dire la casa, prendersi cura dei figli e degli anziani».Astensione non solo dalle attività di tutti i giorni ma rifiuto del ruolo che alle donne viene assegnato dalla struttura stessa della società. Lo sciopero dunque viene usato per divenire uno strumento di emancipazione e di connessione con il presente. «I temi che sono al centro oggi del dibattito politico sono i temi che rientrano pienamente nell’8 marzo – dice Enrica Rigo - a partire dalla questione del reddito che noi rivendichiamo non in questa forma familistica, patriarcale concepita dal governo ma come reddito di autodeterminazione che consenta alle donne di intraprendere i proprio percorsi di autonomia e di scelta». Non a caso saranno tante le iniziative davanti a ministeri come quello della Salute e del Lavoro, in ogni città poi si svolgeranno diversi cortei. Intanto è in continuo aggiornamento la lista di chi aderirà allo sciopero di 24 ore per il settore pubblico e privato. A ben vedere si tratta della traduzione in pratica di un movimento come “Non una di meno” che fin dall’inizio nasce come intersezionale, cioè capace di connettere lotte diverse tra loro. Una caratteristica non solo italiana ma che ha precedenti significativi in tutto il mondo. Come dice ancora Enrica Rigo: «sessismo, razzismo e capitalismo sono tre sistemi di dominio che sono interconnessi. Fare dell’8 marzo la data di uno sciopero globale femminista non solo in Italia, basti pensare a cosa sta succedendo in Argentina e in Spagna, è centrale per connettere la violenza sulla donna a tutta la dimensione strutturale della violenza, in primis a quella economica delle società neoliberali». Un’analisi a tutto campo dunque che non può non toccare anche le tematiche dell’razzismo e dell’immigrazione. Quello dell’8 marzo dunque sarà anche un’iniziativa per mettere in discussione i confini e la loro chiusura generalizzata. In questo contesto particolare rilievo assume il diritto alla cittadinanza per tutti i bambini e le bambine nate in Italia. Quella che sembra dunque una tematica morta e sepolta verrà riaperta dalle donne.