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Si svolgerà a Roma dal 9 al 11 luglio la Conferenza organizzativa nazionale della Cisl: è quanto ha deliberato ieri il Consiglio generale della Cisl riunito a Roma. «Vogliamo consolidare i risultati fin qui raggiunti sul piano organizzativo, investendo in un impegnativa stagione di risindacalizzazione del mondo del lavoro e della società, condizione per affrontare le nuove sfide alle quali deve rispondere il movimento sindacale», ha sottolineato la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan concludendo i lavori del parlamentino del sindacato di via Po.
«Significa rilanciare il nostro ruolo di sindacato di "prossimità", in quelle “periferie esistenziali “che Papa Francesco ha indicato come le nuove frontiere della fraternità, dove il disagio è forte e la dignità delle persone è ogni giorno messa in discussione. Vuol dire concretamente impegno contrattuale, formativo ed un investimento straordinario per aprire nuove sedi dove la povertà sfocia oggi in disperazione. Lo deve fare un grande sindacato come la Cisl, ma potrebbe diventare anche quel percorso concreto e dal basso verso il sindacato unitario che parte proprio dagli ultimi, per affermare una visione della realtà che metta al centro il valore della persona, della vita, dell’importanza del dialogo sociale, della democrazia come strumento di partecipazione e di riscatto civile».
Per la leader della Cisl «l’unità del sindacato deve servire anche a questo obiettivo, perché la nostra è la cultura positiva che può combattere la solitudine di tante persone e l’indifferenza della società, fare anche da argine al razzismo, ai fantasmi del passato, alla sfida dei nazional- populismi, ad arrestare la visione miope e pericolosa di chi punta alla disgregazione per affermare solo la logica del più forte». Ma ieri la segretaria della Cisl non ha mancato di attaccare la linea economica del Governo elencando le motivazioni della mobilitazione del sindacato che proseguirà nelle prossime settimane con le manifestazioni già programmate degli edili, dei pensionati, del pubblico impiego fino alla manifestazione nazionale sul Sud a Reggio Calabria del 22 giugno. «È come se il Governo vivesse in una bolla avulso dalla realtà o forse prigioniero del vincolo privatistico stipulato tra i due leader dei partiti di Governo assistiti dall’interpretazione originale del Presidente del Consiglio nella sua funzione di pontiere», ha attaccato la Furlan.
«Nel frattempo ogni previsione e tutti i dati confermano che l’Italia si sta “avvitando” e l’uscita dalla recessione tecnica non produce alcun cambiamento significativo nell’immediato, né di tendenza, perché parliamo di variazioni congiunturali non dovute a fattori strutturali e comunque misurabili in scostamenti percentuali dello “zero virgola”, privi di significatività. La nostra situazione era e rimane preoccupante. Parte delle ragioni della stagnazione italiana sono sicuramente da ricercare nei fattori esterni, ma che l’Italia subisce più di altri per i propri ritardi strutturali e, soprattutto, per una politica economica di breve periodo priva di una visione strategica d’insieme e di effetti anticiclici, che sta gonfiando principalmente la spesa corrente e crea un’ipoteca sul futuro», ha sottolineato la leader Cisl. «La “resa dei conti” elusa dal Def con questo atteggiamento di stallo stile Brexit, non sarà aggirabile nella sua manovra autunnale che si avvicina e con essa crescono le nostre preoccupazioni, perché il quadro dell’Italia, quello dei numeri e non delle chiacchiere è impietoso e allora, al più tardi, il governo dovrà smettere di affermare cosa non vuole fare e scrivere ciò che farà».