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I commissari della Sanità in Calabria ricordano molto i vertici della Dia, la Direzione investigativa antimafia, scelti “a rotazione” fra gli appartenenti alle varie forze di polizia. Dopo due anni di gestione del generale dei carabinieri Saverio Cotticelli, costretto alle dimissioni per aver dichiarato in un'intervista di non essere a conoscenza di dover predisporre il piano Covid ecco il turno di un finanziere, il colonnello Federico D’Andrea.
L’ufficiale delle fiamme gialle, attuale presidente dell’Amsa è in pole position in queste ore per sostituire l’ex rettore della Sapienza Eugenio Gaudio, commissario per un solo giorno. Il professore di anatomia aveva rifiutato la nomina, come dichiarato dal diretto interessato, per motivi familiari.
D’Andrea ha svolto gran parte della propria carriera nel capoluogo lombardo. Ai tempi di Tangentopoli è stato fra i più stretti collaboratori del Pool, venendo spesso delegato per indagini delicate ed è sempre rimasto in ottimi rapporti con il procuratore Francesco Greco.
Per la finanza si tratterebbe, dunque, di un ritorno. Prima di D’Andrea, infatti, un altro ufficiale delle fiamme gialle aveva svolto l’incarico di commissario: il generale Luciano Pezzi. Quest’ultimo aveva iniziato il proprio incarico come sub commissario nel lontano 2010, per diventare commissario quattro anni più tardi.
Pezzi aveva terminato il proprio incarico nel 2018 venendo sostituito proprio da Cotticelli. Il bilancio di questi dieci anni di commissariamento con le stellette è comunque impietoso. La sanità calabrese ha visto diminuire del 40 percento il numero dei posti letto, con la chiusura di diciotto fra piccoli e medi ospedali che garantivano la medicina su un territorio impervio e dai collegamenti spesso difficili.
Il disavanzo in questi dieci anni di commissariamento è passato dagli iniziali 150 milioni ad un 1 miliardo. Molte aziende sanitarie non redigono più i bilanci e quindi la cifra potrebbe essere anche superiore. Ma oltre al tracollo finanziario, sono aumentati in maniera esponenziale i “viaggi della speranza” alla ricerca di cure da parte dei cittadini calabresi verso gli ospedali di altre regioni. Se questi sono i risultati, «basta con i commissari, la Calabria torni ad amministrarsi da sola», ha affermato Antonio Spirlì, presidente facente funzioni della regione dopo la prematura scomparsa di Jole Santelli.