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Era stato presentato alla Festa del Cinema di Roma lo scorso autunno e si preparava ad uscire per la Festa del papà dato che si ispira al padre per eccellenza, San Giuseppe ma, Bar Giuseppe di Giulio Base è invece la seconda anteprima su RaiPlay, frutto dell’iniziativa #IlCinemanonsiferma e dal 28 maggio è disponibile per un pubblico potenzialmente più ampio di quello della sala cinematografica. Storia di un vedovo, Giuseppe, gestore di una stazione di servizio in una Puglia desolata e del suo incontro con Bikira, 18enne da poco sbarcata dall’Africa. Amore puro, matrimonio e un miracolo che richiama in un mondo moderno seppur distopico, a quella nascita che ha cambiato la storia e l’umanità. Protagonisti per Giulio Base, non solo regista ma profondo conoscitore della storia cristiana, da esperto in teologia, ci sono Ivano Marescotti e l’esordiente Virginie Diop. Dopo il successo di Il Banchiere Anarchico, presentato a Venezia e che l’ha avvicinato orgogliosamente ai Golden Globes, Giulio Base torna al mondo che conosce bene e si fa ispirare dallo scrittore e cardinale Gianfranco Ravasi e il suo Giuseppe. Il padre di Gesù, edito da San Paolo Edizioni: “Bar Giuseppe nasce dal mio incontro con un libro di Gianfranco Ravasi, un libretto, e non lo dico in maniera diminutiva ma nel senso di volume, agile e intenso, in cui c’è un Giuseppe molto anziano con il bambinello in braccio” rivela il regista che aggiunge: “mi sono accorto che non avevo mai approfondito la conoscenza di questo uomo al di là dei coinvolgimenti biblici e mi ha davvero molto colpito il fatto che nessuno nella storia l’avesse mai sentito parlare. Nei Vangeli viene nominato 9 volte e non dice mai una parola. Abbiamo approfondito la più antica storia d’amore del mondo”. Riadattare ai giorni nostri, questa storia fondamentale per il mondo cristiano e non solo, è stato per Giulio Base una grande responsabilità alla quale il regista e attore ha assolto leggendo, studiando, documentandosi e scoprendo cose nuove: “ ho letto tutto ciò che sono riuscito a trovare su Giuseppe, in inglese, italiano e francese, le lingue che maneggio” racconta Base che svela la prima curiosità: “ho scoperto che La festa dei lavoratori il 1 maggio è San Giuseppe lavoratore, noi la diamo come festa operaia, rossa come connotazione politica ma nasce da quello, perché Giuseppe è un lavoratore” dice Giulio Base che introduce un altro dei temi del film: “il tema è il lavoro, Giuseppe lavora, si preoccupa del lavoro, a Bikira che è la nostra Maria che in swahili significa vergine offre lavoro”. Se Giuseppe è il padre per eccellenza e Birkira è Maria allora vuol dire che il mondo rappresentato da Bar Giuseppe, è uno diverso da quello in cui viviamo. Lo sottolinea Giulio Base che ad un certo punto dice: “Avete notato che il film comincia con un funerale? Non c’è una croce, una Chiesa, è un file atemporale perché se il figlio di Giuseppe e Maria non è ancora nato, è impossibile che sia morto e che quindi ci sia il simbolo della croce. Si usa la parola distopico spesso e la uso anch'io”. Il ruolo di Giuseppe è affidato ad Ivano Marescotti,attore che non nasconde la sua sorpresa al momento di apprendere che tipo di film stava per abbracciare: “Io che sono un ateo sfegatato e anche anticlericale, quando sono arrivato a metà della storia, ho capito che lo scandalo di cui si parlava era quello della storia strabiliante che ha segnato l’umanità” ci confida l’attore che sottolinea: “Da laico ho apprezzato questa storia come storia, per esempio io che faccio sempre il cattivo nei film, in questo caso faccio il buono che più buono non ce n’è”. Accanto ad un attore navigato come Marescotti, un esordiente, Virginia Diop nel ruolo di Bikira, una Maria dei nostri giorni, che ha potuto contare sull’aiuto di un regista come Base che è anch’egli attore e conosce le corde da suonare: “devo tutto a Giulio, mi ha fatta crescere in questo ambiente che per me era proprio del tutto nuovo. Bikira è sempre solare, sorridente e questo è dato dalla sua forza d’animo che ha nonostante venga da un passato da orfana segnato da condizioni disumane, le permette di affrontare i giudizi dei paesani e dei figli di Giuseppe che la trattano come una profughetta” dichiara soddisfatta la neo-attrice romana, figlia di papà senegalese e mamma italiana. Per collegarci alle parole di Virginia Diop, Giulio Base pone l’accento sull’altro tema caro al film, quello dei migranti: “io sono figlio di emigranti, papà e mamma venivano dal sud negli anni ‘60 e mi ricordo gli annunci sui giornali ‘non si affitta ai meridionali’, siamo tutti profughi per qualcun altro” puntualizza Base che poi approfondisce il concetto all’interno del suo film: “Bikira o Maria che dir si voglia, è una ragazza africana e le abbiamo alzato tutti gli ostacoli che potevamo nella differenza tra i due: lui bianco, lei africana, lui adulto e lei poco più che una bambina, un benestante e una nullatenente, un ceto sociale un altro. Divisioni di tutti i tipi e muri che abbiamo provato ad abbattere perchè invece di spingere via, si allunghi una mano per accogliere”. Virtualmente accanto a Giulio Base ed i suoi attori nel presentare il film, tra gli altri anche i produttori per One More Pictures Manuela Cacciamani e Gennaro Coppola, per Rai Cinema Samanta Antonnicola e a rappresentare RaiPlay Maurizio Imbriale. Proprio quest’ultimo, conclude l’incontro dando un po’ di “numeri” rassicuranti: “La sala non può essere sostituita, quello che con RaiPlay vogliamo fare è sostenere il cinema italiano e questa iniziativa ci ha reso entusiasti, crediamo molto in questi 4 film, diamo la possibilità di farli vedere ad un pubblico che spesso è alternativo alla sala. Il Sindaco del Rione Sanità in un mese ha ottenuto 1 milione e mezzo di visualizzazioni e Magari di Ginevra Elkann ha già raggiunto 360.000 visualizzazioni”. È contento infatti Giulio Base che del suo film su RaiPlay dice: “Un film del genere che non è certo un film di Zalone, per citare un film con Marescotti, e probabilmente nella provincia avrebbero avuto difficoltà a ad essere programmato, ora lo potranno vedere premium in anteprima assoluta e totale, tutti, a casa. Grazie RaiPlay e grazie Rai Cinema”.