Un’immagine per scacciare la violenza. Una sequenza per dirle addio. Il cortometraggio è il “contenitore” che abbiamo scelto quest’anno per celebrare il 25 novembre. Ovvero la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere, in vista della quale la Fondazione dell’avvocatura italiana (Fai), in collaborazione con il Dubbio e la Commissione pari opportunità del Cnf, ha lanciato la prima edizione del concorso “No aMore - Oltre il tunnel”.

La sfida? Raccontare un altro epilogo possibile, nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. E anche un’altra violenza possibile, quella invisibile. Tutto in un corto di tre minuti. Chi ha accolto l’invito al meglio è stato premiato oggi durante la cerimonia che si è tenuta presso la sede del Cnf a Roma alla presenza dei finalisti e dei Comitati pari opportunità presso i Consigli dell’Ordine degli avvocati, ai quali era dedicata una sezione speciale del festival.

Tre i corti selezionati tra oltre 90 opere dalla giuria, composta dal consigliere nazionale del Cnf e vicepresidente Fai, Vittorio Minervini, dalla coordinatrice della Commissione Pari Opportunità del Cnf, Lucia Secchi Tarugi, dalla consigliera e componente Fai, Biancamaria D’Agostino, insieme a giornalisti ed esperti di cinema. Ai finalisti si è aggiunta una menzione speciale attribuita da Il Dubbio a Davide Salucci con “Riflessi di libertà” per particolari meriti comunicativi.

Sul podio, in ordine: Raffaello Ventura e Noemi Conditi, primi classificati con “Stop”, secondo Marco Roberto Maia con “Alice”, chiude Lorenzo Leucalitti con “L’incontro per la vita”. Di seguito troverete anche le motivazioni per cui queste opere si sono distinte. Insieme ai 7 video presentati dai Cpo e premiati con una menzione d’onore.

Nei prossimi giorni, sul nostro sito, saranno pubblicati i corti proiettati durante la cerimonia, nel corso della quale è intervenuto il presidente del Cnf Francesco Greco. «La violenza contro le donne rappresenta una ferita profonda nella nostra società, una piaga che richiede un impegno costante e concreto, sia nella prevenzione che nella sensibilizzazione continua. Con questo festival, la Commissione Pari Opportunità del Cnf, insieme alla Fai e a Il Dubbio, si schiera in prima linea per portare alle donne vittime di violenza un messaggio di forza, resilienza e speranza. Una speranza concreta, simbolizzata dalla luce che si intravede alla fine del tunnel, come splendidamente rappresentato dalle opere premiate. Come avvocati, siamo chiamati ad essere promotori di diritti e uguaglianze, e con questa iniziativa ribadiamo il nostro impegno di sensibilizzazione per una società libera da ogni forma di violenza», è il messaggio lanciato da Greco.

«La giornata del 25 novembre - ha sottolineato Minervini - è vissuta come un momento per ricordare tutte le donne vittime di violenza, ma non dobbiamo dimenticare le diverse forme di abuso e discriminazione di genere che trovano spazio nella vita familiare, nel luogo di lavoro, nella società e nell’etereo mondo digitale. Proprio a questo spazio si rivolge il nostro concorso: per diffondere attraverso le immagini un messaggio di emancipazione e libertà. Anche oltre il 25 novembre, una ricorrenza che impone un costante impegno collettivo, di sensibilizzazione e di educazione con nuove forme, che devono raggiungere ogni strato sociale, nella consapevolezza che non esiste ragione culturale o etnica che può dare giustificazione alla mortificazione di alcuna persona».

Si è soffermata sul ruolo del linguaggio la consigliera Secchi Tarugi, la quale ha ricordato che «la comunicazione di genere non è fatta di sole parole». «Anche le immagini hanno un ruolo fondamentale. Una sola immagine può dare una gran quantità di informazioni che, per essere trasmesse verbalmente, richiederebbero molte parole. La comunicazione sul tema della violenza sulle donne, però, spesso è piena di stereotipi, le immagini utilizzate per denunciare la violenza sessuale, anziché sensibilizzare e promuovere la denuncia, spesso riproducono e rafforzano stereotipi di genere dannosi. Questa rappresentazione rischia di scoraggiare le donne a denunciare la violenza, poiché si identificano in un’immagine che le stigmatizza e le isola. Il concorso - ha concluso la consigliera Cnf - aveva come obiettivo proprio quello di decostruire l’immagine stereotipata della violenza contro le donne, comunicare che si può uscire dalla violenza e far passare il messaggio che la violenza non va subita. Credo che i video premiati possano trasmettere la speranza di andare oltre il tunnel».

I finalisti e le motivazioni con le quali sono stati premiati

I classificato: Raffaello Ventura e Noemi Conditi con “Stop”

Il cortometraggio si distingue per qualità realizzativa ed interpretativa del tema proposto. Fotografia e regia, entrambe di stampo teatrale, agiscono in sincrono per la stesura di un soggetto che esprime in maniera raffinata e graffiante il concetto di disumanizzazione della donna, legato alla violenza di genere.

Il montaggio, ben ritmato sulla metamorfosi della protagonista, culmina nel colpo di scena finale che corona l’opera con un ritrovato messaggio di speranza e fiducia. L’opera rappresenta la violenza alla quale può essere soggetta una donna, il controllo, l’agire senza alcuna volontà, che è la matrice prima di ogni sopruso.

II classificato: Marco Roberto Maia con “Alice”

Il cortometraggio si rifà al mondo dello sceneggiato, utilizzando una fotografia calda e poco incisa con piani ravvicinati e inquadrature mosse che restituiscono allo spettatore un senso di realismo documentario coinvolgente. Il montaggio, frammentato e a tratti sincopato, aumenta il senso di ansia e impotenza promosso da una narrativa incalzante che si interrompe sul finale per lasciare spazio a luce e speranza.

III classificato: Lorenzo Leucalitti con “L’incontro per la vita”

Il cortometraggio propone un’interessante ed originale interpretazione, proponendo una parodia sul tema della violenza di genere, in un ambito estremamente particolare che alleggerisce il tema della violenza, ma senza banalizzarla. Attraverso un uso esemplare della fotografia di scena e di un montaggio ben cadenzato lo spettatore viene accompagnato, nel susseguirsi degli atti, verso un finale che, con coerenza stilistica e tematica, si rifà alla commedia. In ultimo si lascia in sospeso la conclusione dell’incontro, con un finale aperto nel quale il valore espresso è quello dell’amore.

Menzione speciale Il Dubbio: Davide Salucci con “Riflessi di libertà”

Il cortometraggio utilizza la linea narrativa del monologo interiore, attraverso il quale la protagonista esprime allo specchio quelle che all’apparenza sembrano essere comuni indecisioni e insicurezze. Solo il finale mostrerà allo spettatore la vera origine e causa di tale “sdoppiamento” e una prospettiva per il suo superamento.

Sezione speciale dedicata ai Comitati pari opportunità presso i Coa

Primi classificati ex aequo: “Bunny hope (a new light) – Cpo Torre Annunziata; “In her shoes” – Cpo Avellino; “Alle nostre latitudini” - Cpo Palmi; “Aola mente libera” – Cpo Asti.

Secondi classificati ex aequo: “Rosa rosae” – Cpo Nocera Inferiore; “Quel momento” – Cpo Sulmona; “Oltre il tunnel… il cambiamento” – Cpo Ascoli piceno.