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MARIO VARGAS LLOSA
È morto a Lima all’età di 89 anni Mario Vargas Llosa, tra i massimi esponenti della letteratura sudamericana. Lo scrittore peruviano, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 2010, si è spento domenica 13 aprile nella sua città natale, dove era tornato a vivere da pochi mesi.
L’annuncio della scomparsa è stato dato dalla famiglia con un messaggio diffuso sui social: «È con profonda tristezza che annunciamo che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace», hanno scritto i figli Álvaro, Gonzalo e Morgana.
Una carriera straordinaria
Nato ad Arequipa il 28 marzo 1936, Vargas Llosa ha costruito una carriera leggendaria, intrecciando narrativa e impegno politico. Il suo debutto letterario nel 1963 con La città e i cani segnò una svolta nella narrativa latinoamericana, suscitando un dibattito acceso in Perù ma ottenendo grandi riconoscimenti in Europa.
Tra le sue opere più celebri spiccano La casa verde (1966), Conversazione nella cattedrale (1969), Pantaleón e le visitatrici (1973) e La zia Julia e lo scribacchino (1977). Più di recente, ha pubblicato La festa del caprone (2000), Il sogno del celta (2011) e Tempi duri (2020), confermando la sua capacità di narrare le complessità del potere e dell’animo umano.
Vargas Llosa è stato insignito di numerosi riconoscimenti, oltre al Premio Nobel: il Premio Principe delle Asturie, il Cervantes, il Grinzane Cavour alla carriera e molti altri. Dal 1994 era membro della Real Academia Española e cittadino spagnolo, onorificenza che non lo privò della cittadinanza peruviana.
Da autore a politico
Oltre alla scrittura, Vargas Llosa ha avuto una carriera politica significativa. Dopo una giovinezza vicina al comunismo e un periodo di ammirazione per Fidel Castro, negli anni ’80 virò verso posizioni neoliberiste. Nel 1990 si candidò alla presidenza del Perù con una coalizione di centro-destra, ma fu sconfitto da Alberto Fujimori. Tuttavia, il suo impegno sociale e intellettuale ha continuato a influenzare il dibattito pubblico internazionale.
Una lezione di letteratura
Per Vargas Llosa il romanzo rappresentava «l’unico genere in grado di esprimere la totalità del mondo narrativo». Profondamente ispirato da autori come Gustave Flaubert, credeva che la letteratura fosse una forma di resistenza e una testimonianza della condizione umana.