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A Eleonora MoroTutto sia calmo. Le sole reazioni polemiche contro la Dc. Luca no al funerale.Mia dolcissima Noretta, dopo un momento di esilissimo ottimismo, dovuto forse ad un mio equivoco circa quel che mi si veniva dicendo, siamo ormai, credo, al momento conclusivo. Non mi pare il caso di discutere della cosa in sé e dell'incredibilità di una sanzione che cade sulla mia mitezza e la mia moderazione. Certo ho sbagliato, a fin di bene, nel definire l'indirizzo della mia vita. Ma ormai non si può cambiare. Resta solo di riconoscere che tu avevi ragione. Si può solo dire che forse saremmo stati in altro modo puniti, noi e i nostri piccoli. Vorrei restasse ben chiara la piena responsabilità della D. C. con il suo assurdo ed incredibile comportamento. Essa va detta con fermezza così come si deve rifiutare eventuale medaglia che si suole dare in questo caso.È poi vero che moltissimi amici (ma non ne so i nomi) o ingannati dall'idea che il parlare mi danneggiasse o preoccupati delle loro personali posizioni, non si sono mossi come avrebbero dovuto.Cento sole firme raccolte avrebbero costretto a trattare.E questo è tutto per il passato. Per il futuro c'è in questo momento una tenerezza infinita per voi, il ricordo di tutti e di ciascuno, un amore grande grande carico di ricordi apparentemente insignificanti e in realtà preziosi. Uniti nel mio ricordo vivete insieme. Mi parrà di essere tra voi. Per carità, vivete in una unica casa, anche Emma se è possibile e fate ricorso ai buoni e cari amici, che ringrazierai tanto, per le vostre esigenze. Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani. Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile. Sono le vie del Signore. Ricordami a tutti i parenti ed amici con immenso affetto ed a te e tutti un caldissimo abbraccio pegno di un amore eterno. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo. Amore mio, sentimi sempre con te e tienimi stretto. Bacia e carezza Fida, Demi, Luca (tanto tanto Luca), Anna, Mario, il piccolo non nato, Agnes, e Giovanni. Sono tanto grato per quello che hanno fatto.Tutto è inutile, quando non si vuole aprire la porta.Il Papa ha fatto pochino: forse ne avrà scrupolo...A Eleonora MoroOra, improvvisamente, quando si profilava qualche esile speranza, giunge incomprensibilmente l'ordine di esecuzione.Noretta dolcissima, sono nelle mani di Dio e tue.Prega per me, ricordami soavemente. Carezza i piccoli dolcissimi, tutti. Che Iddio vi aiuti tutti. Un bacio di amore a tutti.ALDOÈ il 9 maggio. Sui quotidiani l'attenzione è tutta rivolta alla riunione della direzione democristiana, prevista in mattinata, e, in particolare, a quello che si presume possa dire Fanfani. «I riflettori sono puntati su piazza del Gesù» scrive il «Corriere della Sera».I legali di Alberto Buonoconto, detenuto dei Nap con gravi problemi di salute, hanno presentato richiesta di libertà provvisoria per il loro assistito. Qualcuno dal ministero di Grazia e Giustizia ha sollecitato il presidente della corte di Appello di Napoli a prendere rapidamente in esame la questione. Di questa iniziativa, riconducibile alle pressioni della famiglia Moro sui socialisti, sul ministro della Giustizia, sul presidente Leone, e finora quasi sottaciuta, vengono presto a conoscenza Zaccagnini, Cossiga e Andreotti. Per loro si tratta ora di capire quali intenzioni reali abbia Fanfani, da sempre decisamente contrario alla maggioranza attuale. Fanfani, per parte sua, si è schierato più apertamente «nel rispetto della Costituzione e delle leggi? in difesa della vita e della libertà di Aldo Moro». Il presidente del Senato si è ormai deciso a utilizzare l'incontro di oggi a piazza del Gesù per esprimere compiutamente il suo punto di vista. Facendo leva su una critica di inefficienza al ministro degli Interni, circoscriverà la sua proposta: provvedimento di grazia firmato da Leone. Ieri, in serata, Craxi e Fanfani si sono incontrati. Un asse politico sulla trattativa sembra adesso delinearsi e prendere consistenza.Ma la situazione sembra comunque blindata. Zaccagnini è tornato dal giro elettorale più convinto che mai di avere scelto la strada giusta. Piccoli è al suo fianco. Galloni nega ogni possibilità di trattativa. Granelli e Cossiga ripetono che sarà fatto tutto il possibile per salvare Moro, ma «senza aprire la via a cedimenti». Anche «la Repubblica» titola su Fanfani e si interroga «sui riflessi che probabilmente ci saranno nella direzione democristiana». Tuttavia ? continua il quotidiano di Scalfari ? «non pare che la sortita fanfaniana possa modificare gli equilibri attuali». «l'Unità» riporta tutte le dichiarazioni di esponenti democristiani che si addensano attorno la frase «la posizione della Dc rimane precisa e continua». Il quotidiano comunista dà risalto alle parole di Manca, esponente socialista, critico verso la segreteria di Craxi, e a quelle di La Malfa che ribadiscono l'esigenza di fermezza.I brigatisti Moretti e Gallinari riconsegnano a Moro i suoi vestiti e i suoi oggetti personali. Il presidente democristiano ha indossato finora una tuta da ginnastica. Nell'appartamento di via Montalcini sono presenti anche la Braghetti, che ha preparato i pasti del prigioniero, e Maccari, che figurava come proprietario. Durante i lunghi giorni del sequestro, Moro è dimagrito. Gli viene detto di prepararsi perché bisogna andare. Scendono nel box del garage. È buio. Qualcuno di loro controlla le scale perché non arrivi nessuno all'improvviso. Moro viene fatto sdraiare nel bagagliaio posteriore della Renault4 rossa. Si rannicchia, lo spazio è angusto. Si sparano nove colpi ravvicinati al cuore. La sentenza è stata eseguita. L'automobile inizia il suo percorso verso via Caetani.Morucci è alla stazione Termini. La piazza è gremita, come sempre. È mezzogiorno. Tocca a lui telefonare per avvisare la famiglia su dove ritrovare il corpo. Moro aveva espresso il desiderio che la moglie fosse la prima a essere informata della sua morte. Morucci chiama uno dei contatti che ha già utilizzato per recapitare le lettere. È un assistente universitario di Moro.«Pronto? È il professor Franco Tritto? ». «Chi parla? ». «Brigate rosse».