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Nel segno de “La Grande Magia” di Eduardo De Filippo si apre e si caratterizza la stagione 2019-2020 del Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale presieduto da Filippo Patroni Griffi e diretto da Luca De Fusco. La presentazione è avvenuta al Teatro Mercadante davanti ad una affollata platea di pubblico, di abbonati, di artisti e registi. Il bellissimo manifesto disegnato da Arkè, dove campeggia questa stagione della “Grande Magia”, la rappresenta in modo emblematico e suggestivo al tempo stesso. “Fare teatro e non spettacoli, offrire e dare voce al plurale: dai classici alla drammaturgia contemporanea. Questa è la riprova migliore di quello che vuole essere il Teatro Nazionale che deve rappresentare la vita. E’ come un porto di mare che si apre a più identità, deve saper guardare alla città, alla periferia, alla regione ma soprattutto sappia guardare all’Europa, al Mediterraneo”, ha spiegato Filippo Patroni Griffi. Un cartellone ricco ed eterogeneo che mostra anche quest’anno la linea artistica molto forte del direttore De Fusco, il cui mandato è in scadenza a fine anno. E’ bene ricordarlo perché i “bookmakers” di ogni genere hanno cominciato a lanciare scommesse già da molti mesi su chi sarà il successore. Sono ben 24 gli spettacoli che saranno spalmati sui due palcoscenici dei teatri Mercadante e San Ferdinando, oltre che in alcuni luoghi della città come la Basilica di Santa Maria della Sanità e il Museo Madre. E con “La Grande Magia” di Eduardo firmata dal regista Lluis Pasqual si alzerà il sipario del San Ferdinando ad ottobre. Con La Tempesta di Shakespeare, si aprirà invece la Stagione del Teatro Mercadante. Ma non sarà il solo testo eduardiano ad essere rappresentato. Avremo infatti nella versione in russo “Sabato, domenica e lunedì” (Subbota, Voskresenye, Ponedelnik) con la regia dello stesso De Fusco. “Godere della grande magia di questo teatro - ha detto Nino Daniele, assessore alla cultura e al turismo del comune di Napoli - ma anche fare teatro richiede una buona dote magica”. Il direttore De Fusco ha, con grande soddisfazione, presentato la programmazione che propone dunque classici del teatro, riscritture e rivisitazioni, capolavori del Novecento, drammaturgie contemporanee. Ma ha anche voluto replicare, con cifre alla mano, i risultati della sua direzione artistica. Il primo dei quali è sicuramente, il percorso verso la condizione di Teatro Stabile Nazionale con il conseguente ampliamento di risorse e di finanziamenti. Ma ha anche rivendicato l’incremento degli abbonamenti e la variegata composizione del pubblico: “Auspico che ci debbano essere critiche – ha sottolineato De Fusco - ma queste non possono toccare l’Istituzione Teatro. Più volte ho letto che tra il pubblico e i frequentatori del Teatro – ha continuato - ci siano vecchi addormentati, anzi si è consigliato di fare una sezione esclusiva a loro dedicata, e giovani facinorosi provenienti dalle periferie napoletane. Dovrei fare il DNA delle persone che vengono in sala – ha rilanciato – o dovrei preferire solo il pubblico che abita a Chiaia?” E poi ha parlato delle coproduzioni disattese ad opera del teatro di Roma che rimane “ il nostro competitor”. Il cartellone di quest’anno è arricchito da significativi nomi del panorama teatrale europeo: dai già citati registi Lluis Pasqual e Luca De Fusco, a Franco Però, Alessandro Maggi, Andrea Baracco, Gabriele Lavia, Andrea Chiodi, Federico Tiezzi, Paolo Valerio, Arturo Cirillo, Pappi Corsicato, Jean Bellorini, Alessandro Serra, Enzo Moscato, Luciano Melchionna, Andrea De Rosa, Rimas Tuminas, Mimmo Borrelli, Enrico Maria Lamanna, Massimo Luconi, Alfonso Postiglione, Mario Gelardi, Alex Rigola. Tra i tanti attori e interpreti femminili, spiccano: Eros Pagni, Cristina Donadio, Gaia Aprea, Elena Radonicich, Peppino Mazzotta, Nando Paone, Michele Riondino, Gabriele Lavia, Elisabetta Pozzi, Sandro Lombardi, Arturo Cirillo, Umberto Orsini, Lello Arena, Tonino Taiuti, Antonino Iuorio, Claudio Di Palma, Marianna Fontana, Gigi Savoia, Elena Ghiaurov. Tra gli spettacoli previsti “I Giganti della montagna” di Pirandello diretto da Gabriele Lavia, e poi il “Tartufo” di Molière con la regia di Jean Bellorini; tra le riscritture “Il maestro e Margherita” di Michail Bulgakov con la regia di Andrea Baracco, e poi “Scene da Faust” di Goethe con la regia di Federico Tiezzi; il “Satyricon” firmato da Francesco Piccolo, con la regia di Andrea De Rosa. Mentre al San Ferdinando: il sofocleo Edipo a Colono riscritto da Ruggero Cappuccio con la regia di Rimas Tuminas. Tra gli adattamenti “L'onore perduto” di Katharina Blum di Heinrich Böll, con la regia di Franco Però, ed ancora “La Panne” di Friedrich Dürrenmatt, la regia di Alessandro Maggi; “Jezabel”, nella versione teatrale di Francesco Niccolini dal romanzo della Némirovsky, la regia è di Paolo Valerio, ed ancora “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen, nella prima versione teatrale italiana del regista e attore Arturo Cirillo; “Miseria e nobiltà” di Eduardo Scarpetta nell’adattamento e cura di Lello Arena e Luciano Melchionna, che firma anche la regia; “La vita nuda”, da alcune novelle di Luigi Pirandello, drammaturgia e regia di Alfonso Postiglione. E ancora in cartellone ci sarà”La chunga” di Mario Vargas Llosa, l’interprete è Cristina Donadio, la regia di Pappi Corsicato, e ‘O tuono ‘e marzo, di Vincenzo Scarpetta, con la regia di Massimo Luconi; “Il costruttore Solness”, da Ibsen, firmato da Alessandro Serra. Nell’ambito della drammaturgia contemporanea ci sarà “Apologia”, commedia di Alexi Kaye Campbell per la regia di Andrea Chiodi, ed ancora “Festa al celeste e nubile santuario”, il testo di Enzo Moscato; è previsto il ritorno dell’applauditissimo e pluripremiato spettacolo “La Cupa”, drammaturgia e regia di Mimmo Borrelli, poi “Week End” di Annibale Ruccello, con la regia di Enrico Maria Lamanna. Per la sezione chiamata Extra, in scena nella suggestiva Basilica di Santa Maria della Sanità, “La peste al Rione Sanità”, un progetto firmato da Mario Gelardi, dal romanzo La peste di Albert Camus; mentre al Museo Madre, sarà ospitato lo spettacolo del regista catalano Alex Rigola, Vanja Scene di vita, un libero adattamento del dramma di Cechov.