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L’incontro sulla scena con Toni Servillo, attore e regista dello spettacolo Elvira al Teatro Bellini di Napoli, è potente e poetico così come lo sono alcune delle frasi del testo Elvire. Il risultato è che si determina un parallelismo tra attori e autore, così si raggiunge lo scopo voluto da Louis Jouvet, secondo il quale «recitare è l’arte di smuovere la propria sensibilità... E’ come un flusso d’acqua.. un ribollire». E mentre Servillo impartisce le sette lezioni sul Don Giovanni di Molière tenute dal grande interprete francese Louis Jouvet al Conservatoire di Parigi sotto l’occupazione nazista alla giovane allieva, la brava Petra Valentini, lo spettatore avverte in modo chiaro di partecipare in prima persona all’estenuante esercizio di creazione del personaggio Elvira, spinta a provare e riprovare la scena fin quando non arriva alla soddisfacente interpretazione, ma anche nel coinvolgimento di ripetere a se stessi di non provare sentimenti di facciata. «L’esecuzione di una parte richiede sempre uno sforzo – dice con veemenza Jouvet all’allieva – Elvira è in uno stato santità, quando pronuncia: “Vi ho amato... ” deve straziare le viscere. L’intelligenza drammatica non basta». E’ la potenza della parola, dell’esortazione del maestro all’allieva di camminare in un certo modo «il camminare deve accompagnare il testo», della scenografia essenziale del palcoscenico che porta lo spettatore ad entrare con entusia-ava smo e rispetto a far parte di questa grande lezione di teatro in cui si proietta anche la propria vita. L’emozione ti prende, diventa terapeutico il coinvolgimento che conduce alla costruzione del personaggio di Elvira che dovrà sforzarsi, attraverso un duro esercizio, di imparare un linguaggio affettivo. Plasmare ma anche insegnare il rigore di come stare sulla scena ma anche restituirci in modo così netto la sacralità del teatro. «Trovo il complesso delle riflessioni di Jouvet - scrive Toni Servillo - particolarmente valido oggi per significare soprattutto ai giovani la nobiltà del mestiere di recitare, che rischia di essere svilito in questi tempi confusi».
Davvero uno spettacolo da non perdere dunque lo spettacolo “Elvira” ( Elvire Jouvet 40), l’originale di Brigitte Jaques da Molière e la commedia classica di Louis Jouvet © Éditions Gallimard, nella traduzione di Giuseppe Montesano, in scena al Teatro Bellini di Napoli fino al 12 febbraio. Con Toni Servillo recitano tre giovani interpreti: Petra Valentini Davide Cirri e Francesco Marino.
«Elvira – spiega Servillo - porta il pubblico all’interno di un teatro chiuso, quasi a spiare tra platea e proscenio, con un maestro e un’allieva impegnati in un particolare momento di una vera e propria fenomenologia della creazione del personaggio. Dopo anni in cui le riflessioni di Louis Jouvet sul teatro e sul lavoro di attore mi hanno fatto compagnia nell’affrontare repertori diversi, da Molière e Marivaux, da Eduardo a Goldoni mi è parso necessario che arrivasse il momento di un incontro diretto».
Lo spettacolo prodotto dal Piccolo Teatro e da Teatri Uniti, ha già riscosso un successo unanime, sia di pubblico che di critica, a Milano e Parigi. Si consacra così un sodalizio tra i due Teatri iniziato con gli straordinari successi, anche internazionali, di Trilogia della villeggiatura di Goldoni e Le voci di dentro di Eduardo, entrambi diretti ed interpretati da Toni Servillo.
I costumi dello spettacolo Elvira sono di Ortensia De Francesco, le luci di Pasquale Mari, il suono di Daghi Rondanini, l’aiuto regia di Costanza Boccardi.