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Se n’è andato a 89 anni Ugo Gregoretti, intellettuale atipico e pirotecnico, un regista e un critico cinematografico, letterario e del costume. Sempre sul filo dell’ironia, della leggerezza del tocco, un personaggio stimato e amato che ha lavorato con i più grandi registi del cinema europeo, da Rossellini a Godard a Pasolini. Aveva esordito sul piccolo schermo con La Sicilia del Gattopardo nel 1960, documentario che gli valse il Prix Italia. In Rai realizzò poi lavori televisivi di grande successo, in cui univa ironia, sperimentalismo e grande cultura. Da regista cinematografico tra cui spiccano l’apologo fantascientifico Omicron del 1963 e, lo stesso anno, Ro. Go. Pa. G., film del 1963 diviso in quattro episodi, il cui titolo è una sigla che identifica i registi dei quattro segmenti: Rossellini, Godard, Pasolini e Gregoretti. Sempre impegnato politicamente - nel 1970 aderì al Partito Comunista Italiano, rimanendo poi sempre legato all’area politica della Sinistra italiana anche negli anni successivi al suo scioglimento realizzò due importanti documentari sulle proteste degli operai alla fine degli anni ’ 60: ’ Apollon, una fabbrica occupatà nel 1969 e ’ Contrattò nel 1971. Si è misurato anche come regista lirico, mettendo in scena tra l’altro una memorabile edizione de L’italiana in Algeri nel 1976, mentre nel 1998 ha messo in scena Purgatorio 98, una versione rivisitata del Purgatorio di Dante in cui ha fatto uso anche del dialetto napoletano. Nel 2006 ha pubblicatol’autobiografia Finale aperto da lui definita «il ritratto di un perfetto cialtrone, la mappa esatta delle mia cialtroneria congenita e inguaribile»