PHOTO
Zelensky, presidente dell'Ucraina
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervistato da Cecilia Sala per Il Foglio, ha ribadito la necessità per il suo Paese di aderire alla Nato come unica garanzia concreta di sicurezza. «Abbiamo scoperto a nostre spese quanto sia pericoloso scambiare qualcosa di reale – le armi nucleari – con parole scritte sull’acqua. Avremmo dovuto scambiare le nostre armi per garanzie di sicurezza concrete, che all’epoca significavano la Nato e che oggi significano ancora la Nato» ha detto, ricordando il Memorandum di Budapest del 1994, in cui Kiev rinunciò alle armi atomiche in cambio di garanzie da parte di Usa, Regno Unito e Russia. «In cambio della cessione delle nostre armi nucleari, abbiamo avuto la guerra» ha aggiunto.
Sul fronte diplomatico, Zelensky ha sottolineato l’importanza dei rapporti umani nel contesto delle relazioni internazionali. Ha elogiato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni per il suo canale di dialogo privilegiato con Donald Trump, considerandola «una persona leale e un’amica». Il presidente ucraino ha anche sottolineato il potenziale ruolo di Meloni nel favorire un sostegno maggiore all’Ucraina da parte dell’Europa e degli Stati Uniti.
Zelensky ha apprezzato le recenti dichiarazioni di Trump, che ha promesso nuove sanzioni alla Russia se non si raggiungerà rapidamente un accordo di pace, definendo il conflitto «una ridicola guerra». «Quando Trump dice “peggio”, intende peggio per la Russia. È importante che un messaggio forte arrivi a Putin» ha spiegato.
Infine, parlando degli attacchi russi, Zelensky ha denunciato oltre cinquanta raid con droni nelle ultime ventiquattr’ore, la maggior parte condotti con dispositivi “Shahed”. Ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché privi Mosca della capacità di perpetrare atti terroristici e sanzioni chi aiuta la Russia a sviluppare il suo arsenale. «I droni russi non attaccano solo il nostro popolo, ma rappresentano una minaccia per qualsiasi Paese», ha concluso.