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Mugugnano e s'interrogano i sindaci, si dividono i presidenti di regione, protestano le opposizioni assieme a pezzi della maggioranza: la proposta di mettere in campo sessantamila "assistenti civici" divide la politica. A cominciare dal Viminale che dice di non saperne nulla e dai grillini Gianluca Castaldi e Stefano Buffagni, rispettivamente sottosegretario e viceministro, criticano infatti l'iniziativa, definita una "fuga in avanti non condivisa", del ministro dem Francesco Boccia, concertata con il presidente dell'Anci Antonio Decaro. La lettura che viene data a questo dispiegamento e' quella di "ronde" contro gli irriducibili della movida. Fonti di governo, pero', precisano che non si tratta di questo, quanto della necessita' di dare aiuto a chi non puo' uscire di casa per comprare cibo e medicinali o per aiutare nel contingentamento degli ingressi nei parchi. La polemica e' tuttavia innescata: parlano di misura "inutile" Matteo Renzi e il 'suo presidente' ai tempi del Pd, Matteo Orfini. Dall'opposizione, Forza Italia parla di "ennesima pagliacciata" mentre Giorgia Meloni denuncia quella che considera una "deriva autoritaria". E dal Viminale viene precisato che "le decisioni assunte, senza preventiva consultazione del ministero dell'Interno, per l'istituzione della figura degli 'assistenti civici' in relazione alle misure di contrasto e di contenimento della pandemia Covid-19, non dovranno comportare compiti aggiuntivi per le prefetture e per le forze di polizia gia' quotidianamente impegnate nei controlli sul territorio". Andando con ordine: la fine del lockdown ha portato le persone a tornare in strada, non solo per andare al lavoro, ma anche per passare del tempo con gli amici. Di qui le segnalazioni di assembramenti nei quartieri della movida che hanno scatenato l'allarme. Tanto che il governo, attraverso il ministero degli Affari Regionali e delle Autonomie, ha pensato di ricorrere al volontariato per segnalare situazioni di pericolo. I primi a partire lancia in resta contro il governo sono gli esponenti delle opposizioni che associano i volontari, di volta in volta, alla "guardia civica", come fa Giorgio Mule' di Forza Italia, o ai "guardiani della Rivoluzione" islamica, come Giorgia Meloni. E anche l'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sottolinea che "gli italiani hanno bisogno di fiducia, di sostegno economico e di lavoro, non di controllori, droni o ispettori alle calcagna". Il tentativo del ministero degli Affari regionali di gettare acqua sul fuoco spiegando che "i volontari non potranno comminare multe" serve a poco. Le proteste non si fermano e, anzi, si allargano alla maggioranza.