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L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato con una larghissima maggioranza una risoluzione che incolpa la Russia per la crisi umanitaria in Ucraina e sollecita un cessate il fuoco immediato, la protezione di milioni di civili e la salvaguardia delle infrastrutture (case, scuole e ospedali) fondamentali per la loro sopravvivenza. La risoluzione è passata con 140 voti a favore e 5 contrari. A opporsi, oltre alla Russia, Bielorussia, Siria, Corea del Nord ed Eritrea. Ci sono state 38 astensioni, tra cui la Cina. Israele ha votato a favore. Il voto segue una risoluzione del 2 marzo che chiedeva alla Russia di cessare immediatamente l’uso della forza. La risoluzione deplora le «terribili conseguenze umanitarie» dell’aggressione russa, definita «su una scala che la comunità internazionale non vedeva in Europa da decenni». Il testo condanna i bombardamenti russi, gli attacchi aerei e l’«assedio» di città densamente popolate, inclusa la città meridionale di Mariupol, e chiede l’accesso senza ostacoli agli aiuti umanitari. La Russia ha bollato la risoluzione come «anti-russa» e ha accusato i suoi sostenitori di non essere davvero preoccupati per la situazione umanitaria sul terreno e di voler politicizzare gli aiuti. Il voto segue la schiacciante sconfitta, nell’ambito del Consiglio di sicurezza, di una risoluzione russa che avrebbe riconosciuto le crescenti necessità umanitarie dell’Ucraina senza però menzionare l’offensiva di Mosca che ha privato milioni di ucraini dell’accesso ai beni di prima necessità. L’assemblea esaminerà ora una risoluzione sudafricana che non menziona la Russia ed è simile alla risoluzione di Mosca respinta dal Consiglio di sicurezza.