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Iniziano ad arrivare i primi i numeri delle elezioni presidenziali russe. L'affluenza complessiva è stata del 74,22% (il dato comunque non è definitivo, lo sarà nella mattinata del 18 marzo). Secondo la Commissione elettorale centrale, Putin, otterrebbe fino a questo momento quasi l'88% dei voti su uno spoglio del 35% delle schede. A Mosca si arriva all’88,8%. Nelle quattro regioni ucraine annesse dalla Russia il presidente uscente (e in via di riconferma), sempre secondo la Commissione elettorale centrale, otterrebbe tra l'88% e il 95% dei voti. La partecipazione al voto elettronico a distanza, in base a quanto comunicato dal ministero dello Sviluppo digitale, è stata del 94%. Sul versante dell’ordine pubblico il ministero dell’Interno ha comunicato l’apertura di 61 procedimenti penali durante i tre giorni di votazione. Tra questi 21 casi di “ostruzione dell’esercizio dei diritti degli elettori” e 33 per l’introduzione di coloranti nei seggi elettorali.
A Berlino Yulia Navalnaya ha raggiunto il seggio allestito presso l’ambasciata russa. Prima di esercitare il diritto di voto ha atteso in fila per ben sei ore. All’uscita ai giornalisti che la attendevano ha detto che con «Putin non ci può essere un dialogo, lui è un killer, è un gangster che ha trascinato in guerra la Russia».
La giornata delle presidenziali russe si è chiusa con post su X della vedova di Alexei Navalny. «Grazie mille – ha scritto - a tutte le persone meravigliose che sono state con me oggi, da mezzogiorno per ben sei ore, fianco a fianco, in fila al seggio elettorale. Grazie per essere venuti al seggio. Avete pianto, avete riso. Grazie per aver gridato all'infinito "Yulia, siamo con te" e "Navalny", e per avermi detto che vi ho ridato speranza. In realtà, è il contrario. Non sono io, ma siete voi che mi date la speranza che tutto non sia vano, che lotteremo ancora. Grazie a tutti voi che avete partecipato all’iniziativa in ogni città del mondo. Siete il mio sostegno. Vi amo tutti infinitamente». Cambierà qualcosa nella Russia di Putin?