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Venezia 76 sta per chiudere i battenti e sembra averlo capito anche il Lido di Venezia che ospita la manifestazione visto il vento e la pioggia scrosciante che accompagnano gli ultimi colpi del concorso e delle delegazioni. Il giorno 10 della Mostra può contare sul divo Johnny Depp e sul premio Oscar Mark Rylance per ravvivare gli animi stanchi. Protagonisti di uno dei due ultimi film in concorso, la co- produzione con l’Italia, Waiting for the Barbarians di Ciro Guerra, i due attori presentano un film tratto dal romanzo del premio Nobel J. M. Coetzee, sulla crisi di coscienza di un magistrato che si ribella al regime in un avamposto di frontiera di un impero immaginario. È una gigantesca metafora sulla situazione che viviamo adesso, sulla paura dello straniero, i muri che erigiamo e Ciro Guerra lo conferma: «All’inizio sembrava un’allegoria di questo mondo e di un tempo molto lontano. Mentre facevo il film mi è sembrata sempre di meno un’allegoria e gli sviluppi del nostro mondo nel frattempo mi hanno fatto pensare che la storia somigliasse sempre di più al mondo di oggi». Aggiunge Johnny Depp: «Sono d’accordo con Ciro, una delle cose veramente sorprendenti per me è stata che tutti gli argomenti affrontati sembravano pertinenti al mondo di oggi e in molti modi diversi. Il tema di chi decide, come il potere diventa potere, chi decide e chi va in una certa direzione, chi non è indispensabile e può essere scartato, è stato veramente trattato in maniera brillante».
Nonostante il suo film esilarante e spiazzante, il regista siciliano Franco Maresco non si è presentato al Lido per la conferenza stampa del suo La mafia non è più quella di una volta con protagonisti due personaggi agli antipodi: la fotografa Letizia Battaglia e Ciccio Mira, impresario, organizzatore di party e famoso simpatizzante con la malavita. Le prime voci sulle ragioni dell’assenza del regista a Venezia avevano parlato di controversie relative al fatto che il film criticasse il presidente Mattarella per il silenzio sulla sentenza di primo grado del processo Stato- mafia.
Smentisce però Letizia Battaglia su Cinecittà News, mentre è a Venezia per rappresentare il film: «Non c’è polemica nei confronti del presidente Mattarella, è una persona perbene, rispettata da tutti noi». La Mafia non è più quella di una volta è un film geniale che forse non verrà ben capito a livello internazionale ma che conferma il valore di Franco Maresco come un fuoriclasse del cinema italiano. E di fuoriclasse si parla anche nel caso di Gabriele Salvatores che fuori concorso porta Tutto il mio folle amore, tratto dalla storia vera di una padre e suo figlio autistico che hanno girato l’America in moto. Salvatores ci ricorda che siamo tutti strani e che l’accettazione della diversità è un processo che può portare una crescita personale e un folle amore. Claudio Santamaria è un padre che diventa tale conoscendo il sedicenne Vincent, suo figlio. Valeria Golino è una madre che finalmente lo ridiventa liberandosi di tante costrizioni. Giulio Pranno ricorda Leonardo Di Caprio agli inizi con Buon Compleanno Mr Grape ed è una promessa da tenere d’occhio.