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Papa Francesco ha accettato le dimissioni di Domenico Giani da capo della gendarmeria vaticana. La decisione è stata presa dopo la fuga di notizie sull’inchiesta che ha coinvolto cinque dipendenti della Santa Sede e in particolare per la pubblicazione di un documento per uso esclusivamente interno. La Sala Stampa vaticana ha tuttavia precisato che ' non è emersa alcuna responsabilità soggettiva' di Giani nella vicenda in questione. Al suo posto dovrebbe andare, “ad interim” l’attuale vice Gianluca Gauzzi Broccoletti, uomo gradito al Papa.
«Profondamente grato» a Papa Francesco perché «il suo attestare la mia lealtà, l’onore e la fedeltà con cui ho svolto il mio servizio, mi aiuta ad affrontare con serenità il futuro e i nuovi impegni che potrò assumere, nell’ambito delle mie competenze, dopo questa esperienza straordinaria». Lo ha detto il comandante Giani in una intervista ai media vaticani, rimarca la sua gratitudine al Pontefice che ha sottolineato che sia le dimissioni che il servizio svolto in questi anni «fanno onore alla sua persona».
In 20 anni alla Gendarmeria, Domenico Giani ha servito tre Pontefici. Per i media è “l’angelo custode” del Papa per il suo ruolo di protezione della persona del Santo Padre. «Gli eventi recentemente accaduti hanno generato un grave dolore al Santo Padre e questo mi ha profondamente colpito», ha detto il comandante Giani in una intervista realizzata da Alessandro Gisotti, vicedirettore editoriale del Dicastero per la Comunicazione. Giani ha sottolineato «provato vergogna per quanto accaduto e per la sofferenza arrecata a queste persone. Per questo, avendo sempre detto e testimoniato di essere pronto a sacrificare la mia vita per difendere quella del Papa, con questo stesso spirito ho preso la decisione di rimettere il mio incarico per non ledere in alcun modo l’immagine e l’attività del Santo Padre. E questo, assumendomi quella “responsabilità oggettiva” che solo un Comandante può sentire».