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La Corte suprema degli Stati Uniti ha dato il via libera al dipartimento di Giustizia per riprendere le esecuzioni di sentenze capitali federali a partire dal prossimo mese. Lo riporta l’emittente «Cbs». Lo scorso anno, a seguito dell’adozione di un nuovo protocollo in materia, l’amministrazione del presidente Donald Trump aveva annunciato il ripristino delle esecuzioni federali dopo un’interruzione di 16 anni mediante l’uso di iniezioni letali di pentobarbital, un barbiturico ad azione rapida già utilizzato in Oklahoma. Il dipartimento di Giustizia aveva programmato le prime esecuzioni per lo scorso dicembre per cinque detenuti condannati per omicidio di minori, ma era stato frenato dai ricorsi presentati dagli avvocati di quattro dei condannati a morte. Ricorsi inizialmente accolti dal giudice di corte federale Tanya Chutkan, secondo cui le esecuzioni avrebbero violato il Federal Death Penalty Act del 1994, in base al quale il governo federale deve seguirei protocolli utilizzati dagli Stati nei quali i detenuti hanno ricevuto la condanna. La sentenza è stata tuttavia impugnata da un gruppo di 14 Stati guidati dall’Arizona, che si sono schierati con il dipartimento di Giustizia sostenendo che il pentobarbital «induce uno stato di coma che rende il condannato insensibile al dolore». Con il via libera della Corte suprema dovrebbero essere eseguite tra il 13 e il 17 luglio prossimi le sentenze di condanna a morte nei confronti di tre dei detenuti protagonisti del ricorso,in programma al penitenziario di Terre Haute, Indiana. Finora solo tre persone sono state giustiziate dal governo dopo il ripristino della pena di morte federale nel 1988: il primo è stato Timothy McVeigh, la cui sentenza capitale è stata per l’attentato del 1995 a Oklahoma City nel quale morirono 168 persone è stata eseguita nel 2001. Tra i 62 detenuti attualmente incarcerati nei bracci della morte federali vi è anche Dzhokhar Tsarnaev, arrestato per l’attentato del 2013 alla Maratona di Boston, e Dylann Roof,che uccise nove persone nel 2015 in una chiesa di Charleston, nella Carolina del Sud. In totale, oltre 1.500 detenuti sono stati giustiziati negli Stati Uniti a partire dagli anni Settanta, il 40 per cento dei quali in Texas. Il numero delle esecuzioni statali è tuttavia calato sensibilmente negli ultimi due decenni. La decisione dell'Alta Corte è stata contrastata, visto che due dei giudici liberal, Ruth Ginsburg e Sonia Sotomayor, hanno dichiarato che avrebbero preso in considerazione il ricorso contro i nuovi protocolli federali proposti dal Dipartimento di giustizia.Il ministro William Barr li aveva presentati la scorsa estate, e prevedono la ripresa delle esecuzioni usando una nuova procedura che prevede una iniezione letale attraverso un singolo farmaco, il pentobarbital. Il Dipartimento prevede quindi il boia federale entri inazione già nel mese di luglio con tre esecuzioni in programma,mentre una quarta è prevista per agosto. Tutti e quattro i casi riguardano condannati accusati di aver ucciso bambini.