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Le carceri americane sono uno “Stato nello Stato”, una macchina mostruosa che costa all’erario 87 miliardi ( dati del 2015 ndr) di dollari l’anno e che conta una popolazione di 2,5 milioni di individui; in proporzione è il numero più alto del pianeta, in cifre assolute secondo solo alla Cina che però è quattro volte più popolosa degli Stati Uniti.
Praticamente un detenuto su quattro nel mondo è ospite di una prigione americana ( 750 ogni 100mila abitanti).
Una progressione inarrestabile che negli ultimi 40 anni ha visto aumentare del 500% il numero di persone private della libertà. Ma anche un’escalation paradossale considerato che il numero dei reati è in costante calo dagli inizi degli anni 90.
Di fronte all’aumento esponenziale della popolazione carceraria, oltre alla costruzione di nuove strutture, le forze politiche sono concordi sul promuovere misure alternative alla detenzione, in particolare il braccialetto elettronico.
Negli ultimi 5 anni le persone che hanno beneficiato del dispositivo sono passate da 50mila a 125mila. Il che permette alle amministrazioni locali di fare grandi economie: se lo Stato federale si fa carico di alcuni servizi di sorveglianza i municipi coprono circa il 90% delle spese penitenziarie. Per fare un esempio: la prigione di Saint Louis ( Missouri) spende per il singolo detenuto 90 dollari al giorno per una media di 291 giorni di permanenza, una delle più alte di tutti gli States.
Il ricorso al braccialetto, oltre ad alleviare la condizione umana di migliaia di persone fa respirare le casse degli Stati.
Ma c’è un problema: il braccialetto elettronico è interamente a carico del detenuto; in altri termini se puoi pagartelo torni a casa e aspetti processo, altrimenti rimani a marcire in carcere.
Come spiega il New York Times quello della sorveglianza gps è un businnes in rapida espansione il penitenziario di Saint Louis ha appaltato la gestione dei dispositivi alla Eastern Missouri Alternative Sentencing Services ( Emmass) che ha stabilito il prezzo spropositato di 10 dollari al giorno per la posa dell’apparecchio e la sorveglianza elettronica al quale si aggiungono 50 dollari di costo di “installazione” . Una cifra che migliaia detenuti in attesa di giudizio non possono permettersi. Spinti dall’entusiasmo in molti hanno infatti pagato la somma iniziale ma poi sono stati costretti a tornare dietro le sbarre perché gli interessi di mora stabiliti da Emmas sono a tassi da usura.
Peraltro nella catena vessatoria anche lo Stato gioca la sua parte: chi è indietro con il pagamento delle tasse di sole tre settimane deve restituire i braccialetti e ritrovare immediatamente il carcere.