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Una nuova stretta, l’ennesima, dell’amministrazione Trump contro i migranti che provengono dal centroamerica. Il Segretario alla giustizia Usa William Barr ha infatti dichiarato che presto verrà negata la possibilità di chiedere la scarcerazione su cauzione a molti degli arrestati per ingresso illegale negli Stati Uniti, anche per i richiedenti asilo.
In particolare, le autorità americane avranno in diritto di negare la possibilità di chiedere la scarcerazione su cauzione a migranti sulla base del semplice «timore» che possano costituire una minaccia alla sicurezza.
«La misura toglie al giudice della tribunale sull’immigrazione di valutare caso per caso e determinare se una persona sia a rischio di fuga o possa costituire una minaccia», spiega a Politico Andrew Free, avvocato di Nashiville specializzato nella difesa dei migranti. La misura, ha poi aggiunto Free, non potrà essere applicata ai minori, che viaggiano con la famiglia o da soli, dal momento che un accordo del 1997 stabilisce che non possono essere detenuti per un periodo superiore a 20 giorni.
Inoltre, non potrà essere applicato ai migranti che si consegnano volontariamente ai posti di controllo sulla frontiera per chiedere asilo, perché a loro - ha detto ancora l’avvocato deve essere garantita la libertà provvisoria senza dover pagare una cauzione.
La decisione di Barr impone comunque un nuovo peso alle risorse e strutture del dipartimento della Sicurezza Interna che con la nuova politica di tolleranza zero dell’amministrazione Trump, e l’arresto di tutti i migranti che attraversano irregolarmente il confine, sono già allo stremo.
Il dipartimento di Giustizia ha rinviato di 90 giorni l’entrata in vigore della misura per dare il tempo di «condurre la necessaria pianificazione» per nuovi centri di detenzione.
A febbraio il Congresso ha stanziato fondi per altri 45mila posti nei centri di detenzione per migranti, ma l’amministrazione Trump afferma che non sono sufficienti.