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I più smaliziati mettono già in guardia: ora che sta arrivando Donald Trump il boia tornerà a fare gli straordinari, tutto verosimile, ma intanto nell’eredità di Barack Obama entra anche questo dato: gli Stati Uniti hanno registrato nel 2016 il record, negativo nei numeri ma positivo nei contenuti, di condanne a morte. Nell’anno che si sta per chiudere infatti 30 persone sono state condannate alla sentenza capitale, il numero più basso da quando, nel 1972, la Corte Suprema ha permesso agli stati di reintrodurre la pena di morte. Si è avuto il 39% in meno di condanne a morte rispetto al 2015, anno in cui comunque si era registrato un altro record negativo. Per quanto riguarda le esecuzioni, nel 2016 sono state 20, il numero più basso dal 1991. E sono avvenute solo in cinque stati: Florida, Texas, Alabama, Georgia e Missouri. Sono diversi gli elementi che stanno portando alla progressiva diminuzione dell’utilizzo negli Stati Uniti della pena di morte che è vigore in 32 stati ed invece abolita in altri 18. Ma in generale i gruppi che si battono per la sua totale abolizione registrano come «l’America sia nel mezzo di un drastico cambiamento di clima riguardo alla pena capitale», come afferma Robert Dunham, direttore del Death Penalty Information Center. Un cambiamento che però potrebbe entrare in rotta di collisione con la politica del nuovo presidente Donald Trump che ha promesso di usare più spesso la pena capitale, in particolare con chi uccide poliziotti. Durante la campagna elettorale, Trump ha infatti affermato che una delle sue prime azioni da presidente sarà quella di firmare «un ordine esecutivo» con cui ordinare la pena capitale per i processi a responsabili di omicidi di agenti di polizia. È poco chiaro come un ordine esecutivo del presidente possa influenzare i processi e le condanne statali. Dal 2001 ad oggi si sono avute solo tre esecuzioni federali, l’ultima nel 2003. Un sondaggio dello scorso settembre del Pew Reserach Center ha registrato che il 49% degli americani è favorevole alla pena di morte, quasi la metà dell’ 80% che la sosteneva nel 1994.