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Lisa Montgomery è stata uccisa con un’iniezione letale nel carcere di Terre Haute, in Indiana, in esecuzione della pena capitale stabilita nel 2007 da un tribunale del Missouri. Lo riferisce il dipartimento di Giustizia. Lisa Montgomery è la prima donna per cui viene eseguita una condanna a morte negli Stati Uniti dal 1953. L’esecuzione arriva a poche ore dal via libera della Corte Suprema che, con il voto contrario dei tre giudici di orientamento progressista, aveva respinto gli ultimi ricorsi degli avvocati della cinquantaduenne, che nel 2004 aveva ucciso una donna incinta per rubarle il feto. I legali avevano chiesto una nuova perizia psichiatrica affermando che Montgomery era incapace di intendere e di volere a causa delle violenze subite da bambina e non era quindi punibile con la pena di morte. Lunedì un giudice federale aveva ordinato di sospendere l’esecuzione su richiesta della difesa. In seguito al ricorso del dipartimento di Giustizia, il tribunale d’appello aveva quindi chiesto l’intervento della Corte Suprema. Kelley Henry, legale di Montgomery, ha definito la decisione di andare avanti con l’esecuzione un «crudele, illegale e superfluo esercizio di potere autoritario». Montgomery, che non riusciva ad avere figli, aveva selezionato la sua vittima online e la scelta era caduta su Bobbie Jo Stinnett, un’allevatrice di cani ventitreenne. Montgomery si era recata a casa di Stinnett con la scusa di dover acquistare un cucciolo, la aveva strangolata a morte e le aveva squarciato il ventre per estrarre il feto di otto mesi, una bambina sopravvissuta alla tragedia. La piccola, chiamata Victoria Jo Stinnett, oggi è adolescente e vive con il padre. Gli Stati Uniti hanno ripreso le esecuzioni capitali lo scorso luglio dopo una pausa di 17 anni. Da allora, 10 persone sono state sottoposte a iniezione letale. Questa settimana saranno giustiziati altri due uomini la cui esecuzione era stata sospesa dopo che avevano contratto il Covid-19.