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THOMAS TOM HOMAN RESPONSABILE FRONTIERE
Avere figli nati negli Stati Uniti non garantisce l'immunità dalla deportazione. A ribadirlo è stato Tom Homan, responsabile del controllo delle frontiere e dell'immigrazione, durante un'intervista a Face the Nation su CBS News. «Avere un figlio cittadino statunitense non ti rende immune dalle leggi del Paese», ha dichiarato Homan, aggiungendo che «le famiglie americane vengono separate ogni giorno dalle forze dell'ordine».
L'affermazione arriva pochi giorni dopo l'allarme lanciato da un giudice federale. Secondo gli avvocati, l'amministrazione Trump avrebbe deportato una bambina di 2 anni, cittadina americana, senza un «procedimento significativo». La bambina è stata espulsa insieme alla sorella e alla madre, quest'ultima risultata nel Paese senza documenti regolari. Il padre ha presentato una petizione per il rilascio e un'udienza è stata fissata per il 16 maggio in Louisiana.
Homan ha difeso l'operato delle autorità, attribuendo la responsabilità ai genitori: «Avere un figlio cittadino statunitense dopo essere entrati illegalmente non è una carta per uscire di prigione», ha detto, precisando che la madre aveva la possibilità di lasciare la bambina a un parente ma ha scelto di portarla con sé.
Alla conduttrice Margaret Brennan, che ha sottolineato come al padre fosse stata concessa solo una breve telefonata per organizzare la custodia della bambina, Homan ha replicato: «È una decisione dei genitori, non del governo».
La vicenda, riportata anche da The Hill, sta suscitando un forte dibattito sul trattamento delle famiglie migranti negli Stati Uniti.