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Il comandante dei miliziani “patrioti” arrestato al confine con il Messico per la sua caccia agli immigrati clandestini aveva progettato di uccidere Obama, Hillary Clinton e George Soros. È quanto rivela il New York Times, citando documenti emersi nel primo giorno del processo a Larry Hopkins, 69 anni, capo di un gruppo di veterani che per mesi ha arrestato illegalmente immigrati clandestini in New Mexico, bloccandoli con la minaccia delle armi e facendoli sdraiare a terra, in attesa dell’arrivo della polizia. In rete ci sono alcuni video che documentano le operazioni dei «patrioti», tutti in mimetica, armati e con la bandiera americana. L’Fbi ha trovato diversi precedenti penali a carico di Hopkins, nome di battaglia comandante Johnny Horton Jr, in onore di una leggenda della musica country. Nel 2006 Hopkins era stato arrestato in Oregon e condannato a due anni per porto abusivo di armi: in una stazione di benzina, vestito da ufficiale di polizia, aveva minacciato alcuni minorenni con una pistola.
Il veterano aveva una targa sulla divisa con scritto «agente speciale» e ai poliziotti che lo avevano fermato, aveva raccontato di lavorare alle strette dipendenze dell’allora presidente degli Stati Uniti, George Bush, e di aver fatto parte di missioni segrete in Afghanistan. Ma la polizia non ha trovato conferme. Il precedente più grave è, però, recente: risale al 2017 quando l’Fbi aveva avuto segnalazione di un piano del gruppo paramilitare guidato da Hopkins che si stava «addestrando» per uccidere l’ex presidente e l’ex segretario di Stato, oltre al filantropo Soros. «Riguardo questa accusa - ha detto il suo avvocato - Kelly ÒConnell - Larry mi ha detto che non c’è niente di vero». Durante un controllo, gli agenti avevano trovato nella sua casa dodici armi, tra cui fucili d’assalto. L’ultimo arresto potrebbe costargli caro: Hopkins rischia fino a dieci anni di carcere. Al giudice, il comandante dei miliziani ha detto di essere un uomo anziano e di avere problemi di salute.