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Fiat Chrysler Automobiles ha inserito nei motori di 104 mila vetture diesel vendute in Usa un software che consentiva di denunciare livelli di emissioni inquinanti inferiori a quelli reali. È l'accusa contenuta in una nota pubblicata sul sito dell'Environmental Protection Agency (Epa), l'agenzia del governo Usa per la protezione ambientale. Per Fca si apre quindi un caso analogo alla vicenda "Dieselgate" che ha colpito Volkswagen. Nel caso dell'azienda di Torino/Detroit, la multa si aggirerebbe intorno ai 4,36 miliardi di dollari. Fca è stata raggiunta quindi da una notifica di violazione del "Clean Air Act". Nel mirino ci sarebbero i modelli di Jeep Grand Cherokee e di pickup Dodge Ram 1500 con motori diesel da 3 litri prodotti negli anni dal 2014 al 2016. L'indagine dell'Epa si affianca a una analoga, e giunta alle stesse conclusioni, del California Air Resources Board (Carb). "Continuiamo a investigare la natura e l'impatto di questi dispositivi", dichiara Cynthia Giles dell'ufficio compliance dell'Epa, "tutti i costruttori devono giocare secondo le stesse regole e continueremo a ritenere responsabili le compagnie che guadagnano un iniquo e illegale vantaggio competitivo". "Ancora una volta, una grande compagnia automobilistica ha preso la decisione imprenditoriale di eludere le regole e venir colta sul fatto", afferma invece la presidente del Carb, Mary Nichols, "il Carb e l'Epa hanno preso l'impegno di aumentare i controlli in seguito agli sviluppi del caso Volkswagen è questo è il risultato di questa collaborazione". L'Epa sostiene di aver rilevato nei motori delle vetture in oggetto almeno otto elementi software non dichiarati che potrebbero aver portato alla rilevazione di livelli di emissione inferiori a quelli reali durante i test per il rilascio della certificazione di conformità degli autoveicoli alle norme ambientali. È però ancora da stabilire se i "dispositivi ausiliari di controllo delle emissioni" riscontrati nei motori possano essere considerati "defeat devices" illegali, ovvero se siano stati inseriti con l'apposito intento di frodare le autorità, come quelli presenti nei motori delle auto Volkswagen. FCA I veicoli diesel della società rispettano tutte le normative applicabili. Lo chiarisce in una nota FCA US che si dice "contrariata dal fatto che l'EPA abbia scelto di emettere una 'notice of violation' in merito alla tecnologia di controllo delle emissioni impiegata nei motori diesel leggeri da 3.0 litri, modelli 2014-2016, della società". FCA US, si legge in una nota, "intende collaborare con l'Amministrazione subentrante per presentare i propri argomenti e risolvere la questione in modo corretto ed equo, rassicurando l'EPA ed i clienti di FCA US sul fatto che i veicoli diesel della società rispettano tutte le normative applicabili". In una nota, la società spiega che "i motori diesel di FCA US sono equipaggiati con hardware di controllo delle emissioni all'avanguardia, ivi incluso la tecnologia selective catalytic reduction (SCR). Ogni costruttore automobilistico deve utilizzare varie strategie per controllare le emissioni al fine di realizzare un equilibrio tra le prescrizioni di EPA relative al controllo delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) e le prescrizioni relative alla durata, prestazioni, sicurezza e contenimento dei consumi. FCA US ritiene che i propri sistemi di controllo delle emissioni rispettino le normative applicabili". FCA US, si legge ancora nella nota, "ha speso mesi nel fornire una mole di informazioni all'EPA e ad altre autorità governative e in diverse occasioni ha cercato di spiegare le proprie tecnologie di controllo delle emissioni ai rappresentanti dell'EPA. FCA US ha proposto diverse iniziative per risolvere le preoccupazioni dell'EPA, incluso lo sviluppo di estese modifiche del software delle proprie strategie di controllo, che potrebbero essere immediatamente applicate nei veicoli in questione, per ulteriormente migliorarne le prestazioni in termini di emissioni. FCA US auspica fortemente di poter avere quanto prima la possibilità di incontrare l'enforcement division dell'EPA e rappresentanti della nuova amministrazione, per dimostrare che le strategie di controllo di FCA sono giustificate e pertanto non costituiscono 'defeat devices' in base alla normativa applicabile e risolvere prontamente la questione". LE BORSE "Giovedì nero" per il titolo Fiat Chrysler a Piazza Affari dove in una sola seduta ha lasciato il 16,14% del suo valore chiudendo a quota 8,78 euro per azione. A scatenare le vendite sulla casa automobilistica, le notizie provenienti dagli Usa, secondo cui l'Epa, l'agenzia ambientale, ha accusato il gruppo di aver utilizzato un software che permette emissioni diesel in eccesso rispetto al consentito. Accuse rispedite al mittente con un comunicato nel quale si sostiene che i veicoli diesel di FCS US rispettano le normative. Sta di fatto che a pagare dazio è stata anche la controllante Exor con una flessione del 9,36% a quota 40 euro per azione. Male anche Ferrari (-2,22%) e CnhI con -1,36%.