Secondo giorno consecutivo di attacchi da parte della Russia in territorio ucraino. Una pioggia di missili e droni ha continuato a cadere su diverse regioni costringendo le forze antiaeree di Kiev a schierare i sistemi di difesa durante la notte. Fino ad ora il bilancio sarebbe di quattro vittime, questa volta sono stati presi di mira anche insediamenti abitati dopo che l'azione militare si era concentrata in particolar modo contro la rete elettrica e le infrastrutture energetiche. Ieri infatti due persone sono state uccise in un hotel che è stato spazzato via nella città ucraina centrale di Kryvyi Rih. Altre due sono morte in attacchi di droni sulla città di Zaporizhzhia.

Nel mirino è finita anche la capitale Kiev sui cui cieli sono stati abbattuti circa 15 droni e diversi missili nel corso dell'attacco notturno della Russia. Complessivamente, secondo fonti dell'aeronautica ucraina, sarebbero stati distrutti cinque missili e 60 droni. Si e trattato di un operazione militare in grande stile perché i russi hanno impiegato anche bombardieri strategici Tu- 85 e aerei intercettori supersonici MiG- 31.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha dichiarato in un post su X: «Risponderemo senza dubbio alla Russia per questo e tutti gli altri attacchi. I crimini contro l'umanità non possono rimanere impuniti». Anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha condannato gli attacchi definendoli come oltraggiosi: «Condanno, nei termini più forti possibili, la continua guerra della Russia contro l'Ucraina e i suoi sforzi per far sprofondare il popolo ucraino nell'oscurità. Voglio essere chiaro: la Russia non avrà mai successo in Ucraina e lo spirito del popolo ucraino non sarà mai spezzato».

La guerra dunque sembra essere avviata verso l'ennesima escalation anche se ieri Zelensky ha tenuto una conferenza stampa durante la quale ha detto che l'Ucraina ha intenzione di presentare un piano su come porre fine alla guerra con la Russia, sia a Biden che ai candidati presidenziali democratici e repubblicani Kamala Harris e Donald Trump. Secondo il presidente ucraino il conflitto finirà attraverso il dialogo, ma Kiev deve essere in una posizione di potere in un vertice che spera di convocare quest'anno per portare avanti la sua visione di pace. Tradotto: senza una parità di condizioni militari sembra difficile che Mosca e Kiev possano giungere ad un accordo. Quindi è chiaro che lo scontro va avanti feroce alla ricerca di una posizione di forza che garantisca un potere contrattuale a un eventuale tavolo di negoziato. In questo senso va visto un recente test, effettuato dagli ucraini, di un missile balistico di produzione nazionale. E stato lo stesso Zelensky a rivelarlo: «C'è stato un test positivo del primo missile ucraino. Mi congratulo con la nostra industria della difesa per questo. Non posso condividere ulteriori dettagli su questo missile». Ma più di tutto pesa l'offensiva fulminea in territorio russo lanciata tre settimane fa, la più profonda in Russia da quando Mosca ha iniziato la sua invasione su vasta scala nel 2022. Sono stati coinvolto 10mila soldati ucraini d'élite che hanno preso rapidamente posizione. Ma da allora il ritmo dell'avanzata è rallentato.

Ieri invece il ministero della Difesa russa ha comunicato che «è emersa l'informazione che il nemico sta cercando di sfondare il confine della regione di Belgorod. Secondo il ministero della Difesa russo, la situazione al confine rimane difficile ma sotto controllo. Il nostro personale militare sta svolgendo un lavoro di routine». Sarebbe un secondo punto nel quale gli ucraini stanno tentando di aprire un fronte. Il comandante militare di Kiev afferma che le truppe ucraine ora controllano 1294 km quadrati di territorio russo e 100 insediamenti nella regione di Kursk, un'area più ampia di quella che la Russia ha guadagnato quest'anno. I soldati russi fatti prigionieri sono circa 594. Ufficialmente, Kiev ha affermato di non avere intenzione di mantenere il territorio e che una delle motivazioni dell'incursione sarebbe quella di distrarre le forze russe dalla loro offensiva nell'Ucraina orientale, che invece sta continuando.