A un anno dalla morte di Alexei Navalny, il leader dell’opposizione russa, il mondo politico e diplomatico torna a puntare il dito contro il Cremlino, attribuendo al presidente Vladimir Putin la responsabilità ultima della sua scomparsa.

L’Alto rappresentante per gli Affari Esteri e la Sicurezza dell’Unione Europea, Kaja Kallas, ha ribadito in una nota ufficiale che «il presidente Putin e le autorità russe hanno la responsabilità ultima» della morte di Navalny. La dichiarazione sottolinea come, mentre la Russia continua la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina, all’interno del Paese la repressione si intensifichi, colpendo chiunque difenda la democrazia.

«Alexei Navalny ha sacrificato la sua vita per una Russia libera e democratica», prosegue la nota dell’UE, ricordando che i suoi avvocati sono ancora detenuti ingiustamente, insieme a centinaia di prigionieri politici. Bruxelles chiede il loro rilascio immediato e incondizionato e sottolinea che, dal 2020, ha imposto sanzioni contro i responsabili dell’avvelenamento, dell’arresto arbitrario e della condanna politica dell’oppositore russo.

L’Unione Europea ha inoltre esortato Mosca a porre fine alla “brutale repressione della società civile, dei media e dei membri dell’opposizione” e a rispettare il diritto internazionale.

Il ricordo di Scholz e Tajani

Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha voluto ricordare Navalny, definendolo un uomo che «ha combattuto per la democrazia e la libertà in Russia». In un messaggio pubblicato su X, Scholz ha sottolineato come «Putin combatta brutalmente la libertà e i suoi difensori» e ha riconosciuto il coraggio di Navalny, che «ha fatto la differenza e va ben oltre la sua morte».

Sulla stessa linea, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha espresso la sua vicinanza alla famiglia del dissidente russo e a tutti coloro che lottano per i diritti umani: «Non dimentichiamo il coraggio e il sacrificio di Navalny a favore della libertà e della democrazia».

Yulia Navalnaya: «Realizziamo il suo sogno»

Dal canto suo, Yulia Navalnaya, vedova dell’oppositore russo, ha invitato i sostenitori del marito a non abbandonare la battaglia per una Russia diversa. In un video di sei minuti pubblicato sui social, ha affermato: «Sappiamo per cosa stiamo combattendo: una Russia futura libera, pacifica e bella. Quella che Alexei sognava è possibile, fate di tutto per realizzare il suo sogno”.

Omaggio sulla tomba, sorvegliato dalla polizia

In occasione dell’anniversario, centinaia di persone si sono recate sulla tomba di Navalny al cimitero Borisov di Mosca per rendergli omaggio, deponendo fiori nonostante la stretta sorveglianza della polizia, che ha filmato l’intera cerimonia. Tra i presenti anche diversi diplomatici stranieri, tra cui gli ambasciatori di Stati Uniti e Unione Europea, Lynne Tracy e Roland Galharague.

L’eredità di Navalny continua a pesare sul regime di Putin, mentre il mondo osserva con attenzione la repressione sempre più feroce che colpisce gli oppositori del Cremlino.