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Il conflitto in Ucraina è al giorno numero sessantasei. L’offensiva russa prosegue, in particolare a Kharkiv, così come continua la resistenza ucraina. Intanto, sullo sfondo della difficile sfida dei negoziati, si fa sempre più consistente lo scambio di accuse sul piano internazionale. Secondo il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, i paesi della Nato farebbero di tutto per impedire il completamento dell’operazione mediante il «raggiungimento di accordi politici». «Stiamo assistendo alla manifestazione del classico doppio standard e dell’ipocrisia dell’establishment occidentale in questo momento», ha detto Lavrov in un’intervista con l’agenzia cinese Xinhua, ripresa dalla Tass. «Esprimendo pubblicamente sostegno al regime di Kiev - ha continuato -, i paesi della Nato stanno facendo di tutto per impedire il completamento dell’operazione attraverso il raggiungimento di accordi politici». Sul campo, intanto, le armi non si fermano e a Kharkiv la pressione è ancora alta. «La situazione nella regione di Kharkiv - ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky - è difficile, ma i nostri militari, la nostra intelligence ottengono importanti successi tattici». Secondo lo Stato maggiore delle forze armate ucraine per «coprire i gruppi di truppe nelle direzioni Kharkiv e Izyum l’esercito russo sta cercando di schierare forze e mezzi di difesa aerea». Inoltre, in base all’ultimo aggiornamento dello Stato maggiore del paese, le forze ucraine avrebbero respinto «quattordici attacchi» nelle regioni di Donetsk e Lugansk nelle ultime 24 ore. Per l’intelligence britannica la Russia «spera di correggere i problemi che in precedenza hanno limitato la sua invasione concentrando geograficamente la forza di combattimento, accorciando le linee di rifornimento e semplificando il comando e il controllo». I russi, però, in base a quanto riferisce l’intelligence di Londra nell’ultimo aggiornamento diffuso dalla Difesa del Regno Unito, devono ancora affrontare «sfide considerevoli», ci sarebbero ancora «carenze nel coordinamento tattico russo» mentre «una carenza di capacità a livello di unità e il supporto aereo inconsistente - si legge ancora - hanno lasciato la Russia incapace di fare pienamente leva sulla sua massa di combattimento, nonostante i miglioramenti circoscritti». Nella sua intervista, Lavrov ha affermato che «attualmente, le delegazioni russa e ucraina stanno discutendo quotidianamente in videoconferenza una bozza di un possibile accordo. Questo documento dovrebbe fissare elementi dello stato di cose postbellico come neutralità permanente, non nucleare, non-status allineato e smilitarizzato dell'Ucraina, oltre a garantirne la sicurezza. L'agenda dei colloqui include anche questioni di denazificazione, riconoscimento di nuove realtà geopolitiche, revoca delle sanzioni, status della lingua russa e altro». Lavrov ha anche aggiunto che i negoziati potrebbero portare alla «creazione di un'istituzione di Stati garanti, tra i quali, in primis, i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu, tra cui Russia e Cina». Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di cercare di distruggere il Donbass e tutti coloro che vi abitano. «I continui e brutali bombardamenti, i continui attacchi russi alle infrastrutture e alle aree residenziali, mostrano che la Russia vuole svuotare questo territorio da tutte le persone. Pertanto, la difesa della nostra terra, la difesa del nostro popolo, è letteralmente una lotta per la vita», ha detto nel suo discorso video notturno alla nazione. «Se gli invasori russi sono in grado di realizzare i loro piani anche parzialmente, allora hanno abbastanza artiglieria e aerei per ridurre l’intero Donbass in macerie. Come hanno fatto con Mariupol», ha aggiunto, descrivendo quest’ultima come un «campo di concentramento russo tra le rovine».