La proposta di un cessate il fuoco in Ucraina ha sollevato preoccupazioni a Mosca, dove il presidente Vladimir Putin e i suoi consiglieri temono che la sospensione delle ostilità possa servire a dare il tempo alle Forze armate ucraine di riorganizzarsi. Yuri Ushakov, assistente presidenziale russo, ha spiegato che la Russia vede la proposta come un tentativo di permettere all'Ucraina di rifornire e riposizionare le sue truppe, che stanno affrontando difficoltà sul campo. La Russia, secondo Ushakov, percepisce il cessate il fuoco come una “tregua” che potrebbe favorire le forze ucraine mentre l'esercito russo sta avanzando con successo in diverse direzioni. "Stiamo vedendo il cessate il fuoco come un'opportunità per l'Ucraina di riorganizzarsi mentre noi continuiamo la nostra avanzata", ha dichiarato l'assistente di Putin.

Il ministero della Difesa russo ha infatti fornito dettagli sulle perdite subite dall’esercito ucraino. In 24 ore, ha riferito Mosca, le forze di Kiev hanno perso oltre 220 soldati, numerosi veicoli blindati e pezzi di artiglieria, portando il totale delle perdite a oltre 67.000 soldati ucraini dall'inizio del conflitto. A dimostrazione della determinazione russa, il ministero ha anche evidenziato i successi delle forze armate nelle direzioni di Kursk e Kharkiv, dove sono stati inflitti danni significativi alle linee nemiche.

Dall'altro lato dell'Atlantico, però, il presidente statunitense Donald Trump sta cercando di mantenere un atteggiamento ottimista sulla possibilità di ottenere un cessate il fuoco duraturo. Nonostante le difficoltà e il sarcasmo con cui aveva promesso di porre fine alla guerra in sole 24 ore, Trump ha affermato che crede ancora che una soluzione possa essere raggiunta. In una recente videointervista con il magazine Full Measure, ha dichiarato: "Abbiamo un accordo con gli ucraini per il cessate il fuoco, ora stiamo cercando di fare lo stesso con la Russia. Finora tutto sta procedendo bene. Lunedì ne sapremo di più". La sua speranza è che i negoziati, condotti dall'inviato speciale Steve Witkoff, possano portare a una soluzione pacifica.

Nel contesto delle trattative, il Cremlino sta però alzando la posta. La Russia ha ribadito che l'offerta di Putin di risparmiare le vite dei soldati ucraini nel Kursk è ancora valida, ma "il tempo sta per scadere". Nonostante l'apparente disponibilità del presidente russo a fermare le ostilità, Mosca ha posto condizioni dure: l’Ucraina dovrebbe rinunciare ai territori occupati e abbandonare ogni ambizione di entrare nella Nato. Inoltre, Putin ha richiesto l'esclusione di truppe europee come forza di interposizione e ha suggerito che Zelensky dovrebbe essere sostituito tramite elezioni, condizioni che sembrano difficili da accettare per Kiev.

Nel frattempo, l’amministrazione Trump sta intensificando i contatti internazionali. A Washington, sono arrivati i consiglieri per la sicurezza nazionale di Germania, Regno Unito e Francia per discutere con Mike Waltz, il consigliere americano, sul futuro delle trattative. In particolare, la possibilità di schierare truppe internazionali per garantire il cessate il fuoco è una delle opzioni sul tavolo. Trump, da parte sua, ha convocato una riunione a Mar-a-Lago, dove ha incontrato Witkoff e altri collaboratori per discutere i dettagli degli incontri con il governo russo.

Nel contesto delle trattative, un altro sviluppo importante riguarda il generale Keith Kellogg, ex inviato speciale per la guerra in Ucraina. Recentemente, la Russia ha respinto Kellogg, che è stato retrocesso da un ruolo di primo piano a semplice interfaccia con il presidente ucraino Zelensky, ritenendolo troppo vicino alla parte ucraina e, dunque, inadatto per una mediazione con Mosca. Questo rifiuto da parte della Russia ha messo in difficoltà l'amministrazione Trump, che ora si trova a dover affrontare il rifiuto del Cremlino e la necessità di rivedere la propria strategia diplomatica. Nonostante questo ostacolo, si continua a lavorare per un possibile vertice tra Trump e Putin, con l’obiettivo di accelerare le trattative e cercare di trovare una via per fermare il conflitto. La situazione di Kellogg evidenzia quanto sia delicata la posizione diplomatica degli Stati Uniti, che devono ora bilanciare l'interesse a negoziare con Mosca con la necessità di mantenere una postura solida nei confronti di Kiev.

La situazione sembra in rapida evoluzione. Il presidente russo ha fatto sapere che il suo governo è favorevole a una tregua, ma non senza imporre una serie di condizioni che potrebbero renderne difficile l'attuazione. Le forze armate russe, infatti, continuano ad avanzare, mentre gli Stati Uniti e i loro alleati cercano di mediare tra le richieste di Mosca e le necessità di Kiev. Se Trump deciderà di accettare le condizioni di Putin o se, al contrario, risponderà con l’inasprimento delle sanzioni economiche, potrebbe essere la chiave per determinare l’esito finale della crisi.

La sfida ora per gli Stati Uniti è decidere se approfondire il dialogo con la Russia, nonostante le dure condizioni imposte, o se continuare su una strada più dura, rischiando un’escalation del conflitto. Il tempo, come sottolineato da Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, è sempre più un fattore determinante, e la finestra per una risoluzione pacifica sembra restringersi.