Il vertice di questo pomeriggio di Lancaster House a Londra, convocato dal primo ministro britannico Keir Starmer, ha ribadito con forza l'impegno dei Paesi europei e della Nato nel sostenere l'Ucraina. La riunione ha visto la partecipazione di importanti leader mondiali, tra cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il segretario generale della Nato Mark Rutte, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, e diversi capi di Stato europei.

Il premier inglese Starmer ha annunciato un accordo per circa 2 miliardi di euro in finanziamenti per acquistare 5.000 missili per la difesa aerea di Kiev. Gran Bretagna e Francia stanno lavorando a un piano di pace da presentare insieme a Kiev agli Usa.

Uno dei punti centrali del vertice è stato il chiarimento sul ruolo degli Stati Uniti nella Nato, dopo le recenti speculazioni sui loro futuri impegni. Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha voluto dissipare ogni dubbio, dichiarando: “Ho parlato molte volte con il presidente Trump. È un buon amico e, come ha ribadito più volte, gli Stati Uniti restano pienamente impegnati con la Nato e con l'articolo 5, che rappresenta la colonna portante della nostra sicurezza collettiva. Smettiamola di speculare su cosa potrebbero o non potrebbero fare gli Usa: sono dalla nostra parte”. E il consigliere per la Sicurezza Usa, Mike Waltz ha dichiarato alla Cnn: Sarà l'Europa ad occuparsi della sicurezza in Ucraina" dopo l’accordo di pace. 

Rutte: i Paesi europei stanno intensificando gli sforzi

Rutte ha evidenziato l'importanza di garantire che "Putin non attacchi mai più l’Ucraina", il che implica la presenza attiva degli europei sul campo per mantenere la stabilità.Il segretario della Nato ha sottolineato come i Paesi europei stiano "intensificando gli sforzi" sia nella spesa per la difesa sia nel sostegno all'Ucraina. Alcuni Stati hanno già annunciato pubblicamente un aumento dei loro budget militari e altri seguiranno a breve.

Von der Leyen: l’Ucraina ha bisogno di garanzie di sicurezza complete

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha ribadito l'importanza di rafforzare le capacità difensive dell'Europa: "Dobbiamo urgentemente riarmare l'Europa. La Commissione presenterà un piano concreto al Consiglio europeo del 6 marzo per aumentare significativamente gli investimenti nella difesa. È fondamentale prepararci al peggio, perché solo così possiamo garantire la sicurezza della nostra Unione. Aumentare gli investimenti nella difesa per un periodo di tempo prolungato è essenziale. La sicurezza dell’Ue dipende dalla nostra capacità di rispondere rapidamente a qualsiasi minaccia".

Von der Leyen ha inoltre sottolineato come l'Ucraina abbia bisogno di "garanzie di sicurezza complete", sia sul fronte economico che su quello militare, per contrastare l'aggressione russa e garantire un futuro stabile.

Starmer: questo è un momento cruciale per la sicurezza dell’Europa

Il premier britannico Keir Starmer ha aperto il vertice con un forte messaggio di solidarietà verso l'Ucraina: "Siamo tutti con voi, con l’Ucraina, per tutto il tempo necessario. Questo è un momento cruciale per la sicurezza dell’Europa. Ottenere un buon risultato per l’Ucraina non è solo una questione di giusto o sbagliato, è una necessità strategica per la sicurezza di ogni nazione qui presente". Starmer, affiancato dal presidente francese Emmanuel Macron e da quello ucraino Volodymyr Zelensky, ha riferito che intende lavorare a un piano per l’Ucraina per "discuterne poi con gli Stati Uniti e portarlo avanti insieme".

Un momento particolarmente significativo del vertice è stato l’arrivo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, accolto da un lungo applauso alla Lancaster House. Manifestanti fuori dal cordone di sicurezza hanno sventolato bandiere ucraine, riconoscendo l’eroismo del presidente nel fronteggiare l'invasione russa.

Zelensky: lavorare insieme per garantire che la pace duratura

Durante il suo intervento, Zelensky ha ribadito l'importanza di una pace sostenibile: "Nessuno è interessato alla continuazione della guerra, tranne Putin. Dobbiamo lavorare insieme per garantire che la pace sia duratura, supportata da garanzie di sicurezza concrete e affidabili".

Zelensky, alla fine del vertice, ha incontrato il re Carlo III nella sua residenza privata di campagna di Sandringham per un colloquio destinato a confermare il pieno sostegno della Gran Bretagna a Kiev. Il sovrano ha continuato nell’utilizzo del suo "soft power" per lenire le ferite del leader ucraino ed enfatizzare la vicinanza e il sostegno di Londra. Un potere esercitato anche quando il premier Keir Starmer si è recato alla Casa Bianca portando con sè una lettera della casa reale con un invito per Trump.

Meloni: perplessa sull’invio di truppe

Zelensky ha anche avuto un incontro bilaterale con la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni. Al termine, ha scritto su Telegram: "Un buon incontro con il primo ministro italiano Giorgia Meloni per sviluppare un piano d’azione comune per porre fine alla guerra con una pace giusta e duratura. Ringrazio l’Italia per il suo costante sostegno e la sua partnership nel portare la pace in Ucraina".

In una nota di Palazzo Chigi ai legge che l'incontro "ha permesso di ribadire il sostegno dell’Italia all’Ucraina e al suo popolo e l’impegno, insieme ai partner europei, occidentali e agli Stati Uniti, di costruire una pace giusta e duratura, che assicuri un futuro di sovranità, sicurezza e libertà all’Ucraina”. E Giorgia Meloni, in un punto stampa alla residenza dell'ambasciatore italiano a Londra al termine del vertice sull'Ucraina, rispondendo a una domanda su come abbia trovato il presidente ucraino dopo l'incontro con Donald Trump alla Casa Bianca, ha commentato: "L'ho trovato dispiaciuto, credo come tutti i protagonisti". Ma anche aggiunto, a proposito dell'ipotesi francese di un invio di truppe europee in Ucraina, "ho espresso perplessità, come sapete. E continuo a essere perplessa sull'utilizzo di truppe europee, al di là del fatto che la presenza di truppe italiane in Ucraina in questa fase non è mai stata all'ordine del giorno, tanto per sgomberare il campo. Ma io vedo questa come una soluzione che rischia di essere molto complessa e probabilmente meno risolutiva di altre"

Anche il premier polacco Donald Tusk ha voluto sottolineare l’importanza dell’unità europea, pubblicando su X: "L’Europa si è svegliata. L’Unione europea, l’Ucraina, la Gran Bretagna, la Norvegia, la Turchia: tutti parlano con una sola voce per aiutare l’Ucraina, rafforzare la cooperazione transatlantica e consolidare il confine orientale".

Lo speaker della Camera Usa: dovrebbe dimettersi se non firma l'accordo e non accetta di porre fine alla guerra

Purtroppo sia dagli Stati Uniti che dalla Russia arrivano dichiarazioni poco rassicuranti. In un'intervista alla NBC News, lo speaker della Camera Usa, Mike Johnson, ha suggerito che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dovrebbe dimettersi se non firma l'accordo sui minerali rari e non accetta di porre fine alla guerra. "Qualcosa deve cambiare. Deve tornare in sé e presentarsi al tavolo dei negoziati in segno di gratitudine, oppure qualcun altro deve guidare il Paese al suo posto", ha dichiarato il repubblicano, pur definendo la guerra in Ucraina "ingiusta" e Vladimir Putin "una persona pericolosa". 

Gli elogi di Lavrov a Donald Trump

Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha elogiato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, definendolo "una persona pratica" che conduce gli affari con "buon senso", mentre ha criticato Zelensky, definendolo un "nazista puro" e un "traditore del popolo ebraico". In un'intervista a Krasnaya Zvezda, ripresa dalla Tass, Lavrov ha affermato: "Donald Trump è una persona pratica. Il suo slogan è il buonsenso. Significa, e tutti lo vedono, una transizione verso un modo diverso di fare business... Questo conferisce alla politica un carattere vivace e umano. Ecco perché è interessante".

Lavrov ha anche elogiato il segretario di Stato Marco Rubio e il consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Mike Waltz, definendoli "persone assolutamente ragionevoli". Al contrario, secondo Lavrov, "Vladimir Zelensky ha fatto una svolta di 180 gradi: da che è salito al potere con slogan di pace, esortando a non abbandonare la lingua russa, 'nostra cultura comune', in sei mesi si è trasformato in un nazista puro e, come ha giustamente detto il presidente russo Vladimir Putin, in un traditore del popolo ebraico".