Ha colpito la moglie Elisa Ciotti con un martello più volte con violenza, fino ad ucciderla, dopo l’ennesima lite. Poi è andato a lavorare per crearsi un alibi, lasciando da sola in casa la figlia di 10 anni, che ha trovato la madre in una pozza di sangue e ha dato l’allarme.
Ha confessato dopo quattro ore di interrogatorio Fabio Trabacchin, crollato sotto le domande del pm Andrea D’Angeli, che subito aveva concentrato le indagini su di lui. Tutto è accaduto durante la notte, quando, dopo l’ennesima violenta lite, l’uomo ha colpito la donna con un martello alla testa, per poi disfarsene.
La coppia si stava separando ma i due vivevano ancora insieme. Alle 4 del mattino è scoppiato l’ennesimo litigio, durante il quale l’uomo avrebbe a morte la moglie. Poi, alle 7 del mattino, è uscito di casa per andare al lavoro con un collega camionista, come ogni giorno. La figlia di 10 anni ha dunque trovato la madre a letto, ormai morta, e ha chiamato il padre, dando l’allarme. «È successa una cosa a mamma», ha detto la piccola.
L’uomo ha così telefonato al fratello, chiedendogli di passare da casa ed è poi tornato a sua volta alla villetta, facendosi vedere da medici e carabinieri sconvolto. I militari, giunti sul posto, hanno trovato il corpo della vittima e la bambina sotto choc. I sospetti si sono subito concentrati sul marito della donna: i vicini hanno confermato di aver sentito all’alba forti urla provenire dalla casa della coppia. La donna era stata massacrata di botte ed è stata trovata col volto completamente tumefatto e profonde ferite alla testa.