PHOTO
DONALD TRUMP PRESIDENTE USA
Trump è a una spanna dalla pace ma la pace è a un passo da Trump. Il presidente Usa ha definito «un errore» l’attacco russo scagliato la domenica delle Palme sulla cittadina ucraina di Sumy, che ha provocato almeno 34 morti, di cui 2 bambini, oltre a 119 feriti. «Credo che tutta la guerra sia orribile. Penso che l’inizio della guerra sia stato un abuso di potere, questo paese non l’avrebbe mai consentito se io fossi stato presidente» ha aggiunto Trump, tornando poi a scaricare la responsabilità del conflitto sul presidente ucraino e sul suo predecessore, senza però risparmiare il presidente russo: «Questa è una guerra che non avrebbe mai dovuto iniziare. Biden non è riuscito a fermarla e Zelensky avrebbe potuto farlo. E Putin non avrebbe mai dovuto iniziarla. La colpa è di tutti». Incalzato sul termine “errore” Trump ha lanciato la palla oltre la metà campo: «Hanno commesso un errore, credo lo sia stato. Dovete chiedere a loro».
Di errore però non parlano le autorità russe. Il ministero della Difesa di Mosca ha affermato che l’attacco su Sumy di domenica aveva come obiettivo una riunione di ufficiali. Anzi, il ministero ha accusato Kiev di utilizzare i civili come scudi umani, svolgendo eventi che coinvolgono personale militare nel centro di città densamente popolate. Sul punto è tornato anche Dmitri Peskov.
Il portavoce di Putin ha specificato infatti che l’esercito russo sta «colpendo esclusivamente obiettivi militari e quasi militari». Interpellato sulla possibilità di un incontro tra Trump e Putin, a seguito del faccia a faccia avuto da quest’ultimo con Steve Witkoff, Peskov ha dichiarato che i due non ne hanno discusso, e che, per quanto i negoziati stiano procedendo bene, è molto difficile che portino a risultati nel breve periodo. Parole che allontanano l’ipotesi, vagheggiata da Trump, del raggiungimento della pace entro il giorno di Pasqua. Secondo quanto ricostruito da Reuters, Witkoff avrebbe riportato a Trump che la soluzione più rapida per porre fine al conflitto sarebbe il riconoscimento della sovranità russa sulle regioni ucraine occupate, solo in parte, dall’esercito russo e annesse da Mosca nel 2022.
«La sicurezza del mondo è in gioco», ha affermato Zelensky a seguito dell’attacco su Sumy, e ha avvertito: «non possiamo fidarci della Russia. Non possiamo fidarci dei negoziati con la Russia». «L’obiettivo finale di Putin è far rivivere l’Impero russo e riconquistare i territori attualmente sotto la protezione della Nato» ha proseguito Zelensky, «l’appartenenza degli Stati Uniti alla Nato implica il loro coinvolgimento in qualsiasi potenziale conflitto. Considerando tutto ciò, credo che la situazione potrebbe degenerare in una guerra mondiale».
Il presidente ucraino ha poi accusato JD Vance, sostenendo che il vicepresidente Usa «sta cercando in qualche modo di giustificare Putin», e che «negli Stati Uniti prevalgano le narrazioni russe. Com’è possibile assistere alle nostre perdite e alle nostre sofferenze, capire cosa stanno facendo i russi e continuare a credere che non siano loro gli aggressori, che non abbiano iniziato questa guerra? Questo dimostra l’enorme influenza della politica informativa russa sull'America».
«Purtroppo l’attacco e ancora di più la reazione di Trump», ha dichiarato Stefano Stefanini, senior advisor dell’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale), «confermano che Putin sente di avere la mano libera per aumentare la pressione militare sull’Ucraina. Per Trump è più importante giungere ad un accordo con la Russia che salvare l’Ucraina. Inoltre i russi non gli danno una mano, dopo il commento benevolo di ieri riguardo al possibile errore nell’attacco su Sumy, il Cremlino lo ha smentito. Malgrado ciò Trump ha smesso di criticare Putin e anzi continua ad attaccare Zelensky e Biden, è una commedia dell’arte che va avanti da mesi, se un giorno Washington critica Mosca, il giorno dopo l’amministrazione Usa dà un segnale opposto».
Nonostante le trattative per la pace formalmente stiano proseguendo, la Russia ha condotto, oltre a quello di domenica, numerosi attacchi contro il territorio ucraino, come nel caso dell’attacco sulla città natale di Zelensky Krivyi Rih costato la vita a 19 persone di cui 9 bambini. Inoltre tra domenica e lunedì l’esercito russo avrebbe sferrato 461 attacchi nella regione di Zaporizhzhia, mentre domenica sera la città di Odessa è stata oggetto di un lancio di droni. Diversi analisti ipotizzano che Putin stia preparando una pesante offensiva prevista per la primavera, ammassando truppe al confine.