«Chi è qui illegalmente è un criminale». Questa la filosofia della Casa Bianca che da settimane ispira la caccia all'immigrato negli Stati Uniti. Solo che in questo caso i pericolosi criminali sono gli alunni delle scuole, figli dei migranti irregolari. Il presidente Usa infatti ha rimosso le restrizioni che impedivano di condurre retate nei licei, ospedali e chiese.

La portavoce della Casa Bianca Caroline Leavitt, al suo primo briefing ha reso noto che «sarà deportato chiunque è un criminale e chi si trova negli Stati Uniti illegalmente lo è», anche se la precedenza delle operazioni da parte dell'Ice (la polizia anti immigrazione statunitense) viene data a chi ha commesso reati definiti odiosi. Il riferimento è a spacciatori e ai trafficanti di stupefacenti. «Hanno violato le leggi del nostro Paese e quindi sono criminali», ha aggiunto Leavitt omettendo pero che, chi si trova negli Stati Uniti senza regolare permesso e non è stato incriminato o condannato per alcun reato, incorre in realtà in un illecito amministrativo e non penale.

Diversi distretti scolastici americani stanno però sfidando l'ordine esecutivo del presidente. In città come Denver e Chicago, che sono considerate santuari, cioè che hanno promulgato una legislazione diretta a preservare la permanenza dei migranti irregolari e a non avvallare le politiche di deportazione, sono state prese posizioni altrettanto nette rispetto a quelle federali. Ai dirigenti scolastici è stato dunque chiesto di proibire l'ingresso negli istituti scolastici degli agenti della polizia a meno che non sussistano determinate condizioni.

In una circolare delle Chicago Public Schools si avverte che: «Gli agenti dell'Ice non hanno il permesso di entrare negli edifici del distretto scolastico a meno che non presentino le credenziali, il motivo della loro richiesta di accesso e un mandato penale firmato da un giudice federale». Inoltre non verrà permesso l'ingresso con «un mandato amministrativo o altri documenti dell'agenzia che applica la legge sull'immigrazione» e che non verranno «condivise con l'Ice informazioni private».

Il sovrintendente delle Denver Public Schools, Alex Marrero ha emanato una disposizione per le scuole della città che è caratterizzata da parole chiare. Non si possono «lasciare entrare funzionari governativi che chiedono informazioni o l'ingresso e non hanno un appuntamento con qualcuno». Nel caso arrivassero gli uomini dell’antimmigrazione all'ingresso degli istituti, le scuole saranno poste in lockdown e dovranno comunicare con i funzionari governativi solo attraverso il citofono. Marrero ha ricordato che per entrare l'Ice deve avere un ordine scritto del giudice e prima stabilire contatti con l'ufficio legale dello stesso distretto scolastico. Chiaramente tali disposizioni sono rischiose visto il clima che si respira attualmente negli Stati Uniti quindi ha anche raccomandato agli staff scolastici di «non ostacolare fisicamente, né interferire nelle azioni dei funzionari governativi nello svolgimento del loro incarico».

La stessa cosa sta avvenendo a New York City e in altri distretti scolastici dello stato democratico che stanno predisponendo delle linee guida autorizzate dalla governatrice Kathy Hochul e dall'attorney general Letitia James, nemica democratica di Trump da vecchia data, nelle quali si consiglia l'atteggiamento da tenere e cioè: «Non permettere ad agenti di approcciare studenti all'interno della scuola».