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Lo ha stabilito la Corte d’appello del secondo circuito, a New York, evidenziando che una simile condotta del presidente costituirebbe una violazione del Primo Emendamento che, tra l’altro, garantisce la libertà di parola.
La Corte d’appello ha ribadito la linea espressa da una precedente sentenza. Il presidente utilizza Twitter per svolgere attività ufficiali.
Accettazione del dialogo
«Il Primo Emendamento non consente a un pubblico ufficiale che utilizza un account di social media, per tutti i tipi di finalità ufficiali, di escludere le persone da un dialogo online altrimenti aperto perché hanno espresso opinioni con le quali il funzionario non è d’accordo», ha scritto il giudice Barrington D. Parker motivando la decisione assunta dalla Corte all’unanimità.
Il contenzioso è nato dall’iniziativa legale di 7 utenti bloccati dall’account presidenziale realDonaldTrump dopo la pubblicazione di commenti sfavorevoli a The Donald nel 2017 e sbloccati in attesa della sentenza d’appello.