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Nel giorno in cui la richiesta di impeachment approda alla Commissione giustizia della Camera, il presidente Donald Trump si esibisce in un surreale teatrino mediatico attaccando a testa bassa Greta Thumberg, la 16enne attivista svedese appena nominata dal Time “persona dell’anno”.
«Greta è ridicola ed è ridicolo che sia stata nominata persoa dell’anno, deve lavorare al suo problema della rabbia e calmarsi, magari andando al cinema con un amica!», ha ringhiato Trump in un tweet.
L’inquilino della Casa Bianca non ha mai nascosto il suo fastidio quasi epidermico nei confronti della giovane ambientalista che più volte lo ha accusato di ignorare l’emergenza del riscaldamento globale, di aver fatto uscire gli Stati Uniti dagli accordi di Parigi sul clima e di contribuire con le sue politiche prive di vincoli ambientali al disastro ecologico imminente. Dal canto suo l’amministrazione Trump ha sempre minimizzato gli allarmi sul global warming, anche quando a lanciarli sono stati i più importanti scienziati e metereologi del pianeta.
Un duello carico di significati simbolici quello tra il 73enne leader del prima potenza mondiale e una ragazzina che in pochi mesi è diventata l’icona di un movimento globale, animato in gran parte da giovani sotto i vent’anni.
Un duello che la stessa Greta ha accettato con garbo, prima aggiornando ironicamente la sua biografia su Twitter definendosi «un’adolescente che deve imparare a gestire la rabbia», poi rispondendo direttamente del tycoon: «Il presidente ha ragione e lo voglio ringraziare, infatti sto per andare al cinema con un amico».
Oggi Greta è attesa in Italia, scenderà in piazza a Torino per le manifestazioni del Fridays for Future, mentre Trump ha problemi ben più spinosi da affrontare che un i litigi digitali con una 16enne.
Alla Commissione giustizia della Camera sono state infatti lette le nove pagine dell’atto di accusa al presidente che si snodano in due risoluzioni distinte: una sull’abuso di potere, l’altra sull’ostruzione alle attività del Congresso. Incriminazioni pesantissime, che delineano una violazione della separazione dei poteri e che l’opposizione democratica vorrebbe far concretizzare nello stato di impeachment: «Il presidente ha dimostrato che rimarrà una minaccia alla Costituzione se gli verrà permesso di rimanere in carica, ed ha agito in modo nettamente incompatibile con l’auto governo e lo stato di diritto», si legge nel documento. Che poi conclude : «Trump deve essere sottoposto ad impeachment, al processo deve essere rimosso dall’incarico e considerato non qualificato per qualsiasi altro incarico di onore, fiducia e profitto sotto l’autorità degli Stati Uniti».
La Camera ha poi bocciato la richiesta di respingere le risoluzioni da parte dei deputati repubblicani, ma in fondo era scontato considerando che i dem hanno la maggioranza ( 233 seggi su 435, come sarà scontato che le due risoluzione verranno votate. Discorso diverso per il Senato, dove i rapporti di forza sono ribaltati, con il Gop a fare la parte del leone; solamente un clamoroso colpo di scena, o un operazione di killeraggio politico interno potrebbero infatti portare alla destituzione effettiva del presidente.
Che ancora ieri liquidava la sua messa in accusa come «la richiesta di impeachment più stupida della storia americana» .