“Dovrei essere morto”. Così l'ex presidente americano Donald Trump in una intervista al New York Post dopo l'attentato subito ieri in Pennsylvania. “Non dovrei essere qui, dovrei essere morto - ha detto Trump -. Per fortuna o per Dio, molte persone dicono che è grazie a Dio, sono ancora qui”. Secondo il Post, durante l'intervista l'ex presidente aveva una “benda bianca larga che gli copriva l'orecchio destro” e il suo staff ha affermato che la testata non poteva scattargli alcuna foto.

Trump ha anche mostrato al giornalista un livido sul braccio che, ha spiegato, gli è stato procurato dagli agenti che lo hanno protetto buttandolo a terra. Trump ha anche commentato la foto iconica in cui appare con il volto insanguinato, con il pugno alzato e la bandiera americana dietro di lui. “Molte persone dicono che è la foto più iconica che abbiano mai visto”, ha detto Trump. “Hanno ragione e non sono morto. Di solito devi morire per avere una foto iconica”, ha aggiunto. 

In un’altra intervista al Washington Examiner, il tycoon ha annunciato anche che il discorso che terrà alla convention repubblicana a Milwaukee sarà ''diverso''. "Sinceramente, da ora in poi terrò un discorso completamente diverso" e sarà un messaggio di unità per il Paese e per il mondo, ha anticipato Trump. Se il tentato assassinio ''non fosse avvenuto'' a Milwaukee Trump avrebbe tenuto ''uno dei discorsi più incredibili", rivolto soprattutto alle politiche del presidente Joe Biden, ha affermato. ''Sarebbe stato un discorso strepitoso'', ha aggiunto, ma ora è il momento dell'unità, come ha scritto sui suoi social.

Intanto il presidente Joe Biden ha invitato gli americani ad "abbassare i toni" della retorica politica in un discorso tenuto ieri sera nello Studio Ovale, chiedendo un dialogo più rispettoso e civile. ''Non essere d'accordo è inevitabile nella democrazia americana'', ha affermato Biden, ma la politica non dovrebbe mai trasformarsi in un ''campo di sterminio''. In un discorso durato circa sei minuti il presidente americano ha detto che ''anche se potremmo non essere d'accordo, non siamo nemici", ma "siamo vicini, siamo amici, colleghi, cittadini e, cosa più importante, siamo concittadini americani. Dobbiamo stare uniti".

Il discorso è il terzo che Biden ha pronunciato dallo Studio Ovale da quando ha iniziato il suo mandato. I presidenti riservano tradizionalmente lo Studio Ovale ai discorsi di massima importanza, in genere quelli sulla guerra e sulla pace. Biden ha ammorbidito il suo linguaggio in seguito alla sparatoria a Trump e nel suo discorso di domenica sera ha ricordato agli americani che la politica è un'arena per un dibattito razionale. Risolvere le divergenze attraverso la violenza è un anatema per le tradizioni democratiche del paese, ha detto. "Noi sosteniamo un'America non fatta di estremismo e rabbia, ma di decenza e grazia", ​​ha affermato. "In America, risolviamo le nostre divergenze alle urne, non con i proiettili", ha aggiunto. "Il potere di cambiare l'America dovrebbe sempre essere nelle mani del popolo, non in quelle di aspiranti assassini", ha affermato.