Un guasto ad una cabina elettrica del nodo di Roma ha mandato in tilt il trasporto ferroviario per due ore in avvio di mattinata, con ripercussioni in tutto il Paese su decine di treni Alta Velocità, Intercity e Regionali tra cancellazioni e ritardi fino a 160 minuti. Il guasto arriva dopo un’estate caratterizzata da ritardi nelle settimane più calde di agosto a causa di un programma di manutenzioni sulla rete.

Divampa la polemica politica, con le opposizioni che hanno chiesto al vice premier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini di riferire in Parlamento sull’accaduto. Il mercoledì nero per i treni è iniziato alle 6:30 quando la circolazione nella Capitale si è praticamente paralizzata. Il problema si è rapidamente riverberato sui treni regionali, con i pendolari bloccati a terra o a bordo di convogli costretti poi a tornare indietro, e anche sull’intera rete dell’Alta velocità, con l’Italia divisa in due per le cancellazioni e i ritardi. Intorno alle 9 gli impianti erano di nuovo funzionanti ma ci vorranno ora prima che la circolazione possa tornare alla normalità.

«È doveroso scusarsi per i disagi importanti della giornata. Questa mattina è avvenuto un guasto raro, che ha colpito la cabina elettrica che alimenta il nodo di Roma. I nostri operai sono intervenuti prontamente e hanno ripristinato la situazione. L’orario di accadimento, importante, purtroppo ha portato al sommarsi di ritardi con ripercussioni sulla rete e l’utenza», spiega l’amministratore delegato di Rfi Gianpiero Strisciuglio. 

A Roma Termini alle 10 di mattina i ritardi erano stimati fra i 60 minuti per i regionali fino ai 160 minuti per l’Alta velocità. Trenitalia ha invitato i passeggeri a riprogrammare il loro viaggio. Numerosi i treni Intercity e dell’Alta velocità cancellati in partenza o in arrivo per Napoli, Milano e Torino. Sulle banchine di Termini e Tiburtina si sono ammassate centinaia di persone in attesa e in tanti alla fine hanno preferito rinunciare al viaggio. Le ripercussioni hanno riguardato gran parte della rete dei collegamenti sulla dorsale Nord-Sud.

Le opposizioni criticano l’operato del ministro Salvini. «Guasto sul nodo di Roma, blocco totale, circolazione sospesa, tutti i treni fermi, si preannuncia un’altra giornata d’inferno. Abbiamo il peggior ministro dei Trasporti d’Europa», commenta il vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera, il deputato Dem Andrea Casu. Il segretario di Più Europa Riccardo Magi incalza: «Nel frattempo il ministro dei Trasporti fa dirette social, pubblica post sulla festa dei nonni, organizza il raduno leghista di Pontida. Si occupa di tutto, tranne di quello per cui viene lautamente retribuito». Mentre il M5s chiede che: «Il ministro Salvini tolga il disturbo, è inadeguato al ruolo che ricopre».

Replicano dalla Lega. «Pd dov’eri quando avresti dovuto attivare cantieri e realizzare opere infrastrutturali da Nord a Sud?», domanda la senatrice Tilde Minasi, capogruppo della Lega in commissione Trasporti a Palazzo Madama. Poi aggiunge: «Inutile scandalizzarsi oggi se a Roma, e non solo, sono attivi impianti obsoleti che la sinistra al governo (e al Mit) non ha mai sostituito».

«Ho chiesto che emergano le responsabilità e chi ha sulla coscienza i disagi creati oggi a migliaia di persone ne dovrà rispondere. A quanto mi risulta, i tecnici mi dicono esserci stato un errore stanotte di un’impresa privata che ha piantato un chiodo su un cavo e poi diciamo che il tempo di reazione di fronte a questo errore, e conto che il privato ne risponderà, non è stato all’altezza di quello che la seconda potenza industriale d’Europa deve avere», spiega il diretto interessato, Matteo Salvini, al termine del question time alla Camera. «Ci stanno lavorando gli ingegneri perché non è possibile investire miliardi di euro per comprare nuove carrozze, i nuovi treni pendolari, gli Intercity, l’alta velocità, la Tav, il Brennero e tutto il resto, e se uno alle tre di notte a Roma pianta il chiodo nel posto sbagliato poi tu rovini la giornata di lavoro a a migliaia di persone - ha aggiunto il vicepremier parlando con i cronisti -. Quindi ho chiesto nomi, cognomi, indirizzi e codici fiscali di quelli che non hanno fatto il loro lavoro, quando ci sarà questa conclusione lo saprò e lo saprete». «Ho chiesto una verifica delle centraline di alimentazione in tutta Italia, perché a questo punto non è possibile che un errore di un privato possa fermare mezza Italia», ha concluso Salvini.