Tre giudici federali hanno duramente criticato la grazia concessa dal presidente Donald Trump ai responsabili dell’assalto al Campidoglio, avvenuto il 6 gennaio 2021, sede del Congresso degli Stati Uniti. «Nessuna grazia può cambiare la tragica verità di quanto accaduto quel giorno» ha dichiarato la giudice federale Tanya Chutkan, commentando la decisione di archiviare le accuse contro uno degli assalitori. Per Chutkan, l’atto di clemenza di Trump «non può cancellare il sangue, le feci e il terrore lasciati dalla folla», né «riparare la frattura nella sacra tradizione americana della pacifica transizione del potere»

Anche altri due giudici federali di Washington, che avevano presieduto i processi contro gli aggressori del Congresso, hanno criticato aspramente le concessioni di grazia, pur essendo stati costretti a convalidare l’archiviazione delle accuse. La giudice Beryl Howell ha contestato apertamente la decisione di Trump, che ha definito una «grave ingiustizia nazionale inflitta al popolo americano». Howell ha sottolineato che tale atto rappresenta «un pericoloso segnale di impunità» che potrebbe favorire il ripetersi di comportamenti illegali in futuro, costituendo un «attacco allo stato di diritto».

La giudice Colleen Kollar-Kotelly, da parte sua, ha sottolineato che l’annullamento delle procedure legali e la grazia concessa agli aggressori «non cambieranno la verità su quanto accaduto il 6 gennaio 2021». Ha inoltre espresso soddisfazione per il fatto che «migliaia di video, trascrizioni dei processi, verdetti e commenti giudiziari saranno conservati per il futuro» rappresentando «prove immutabili della verità».

La giudice Chutkan è nota per aver presieduto le udienze preliminari dell'ex procuratore speciale Jack Smith, che, fino alla rielezione di Trump il 5 novembre, stava indagando sui tentativi dell’ex presidente di sovvertire i risultati delle elezioni presidenziali del novembre 2020. Dopo l’insediamento di Trump, Smith, nominato dall’amministrazione Biden, ha ritirato tutte le accuse e si è dimesso, in linea con la prassi del Dipartimento di Giustizia di non perseguire penalmente un presidente in carica.

Lunedì, al suo insediamento, Trump ha firmato un ordine esecutivo alla Casa Bianca con il quale ha graziato circa 1.270 persone, da lui definite «ostaggi» condannate per l’assalto al Campidoglio avvenuto durante la cerimonia di certificazione della vittoria di Joe Biden, quattro anni fa. Inoltre, 14 membri dei movimenti di estrema destra Oath Keepers e Proud Boys hanno visto le loro condanne ridotte a pene già scontate. Da quel momento, i procuratori federali di Washington hanno ritirato decine di accuse contro imputati ancora in attesa di processo, una decisione che polizia e funzionari eletti hanno definito un «tradimento».