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Il secondo giorno di tensioni a Torre Maura porta con sé ancora una volta il profumo del pane. Quello calpestato, prima, per impedire a 77 rom di sfamarsi, dopo la decisione del Comune di collocarli nella struttura di via Codirossoni. E quello scippato ai volontari che ne hanno portato due buste piene in dono, come gesto di solidarietà dopo gli insulti razzisti di mercoledì. «Siamo venuti a portare il pane ai rom - hanno detto i due volontari - Roma non è razzista». Il clima, però, è rimasto teso. Per i cittadini che hanno presidiato la zona in segno di protesta, sfidando il maltempo di ieri, quello dei due volontari è stata una provocazione. E giù, ancora una volta, con gli insulti. «Portatele ai terremotati le pagnotte - hanno replicato - anche loro hanno fame».
Il pane, almeno, non è stato calpestato, ma distribuito tra i presenti, evitando accuratamente che anche solo una briciola finisse ai rom. Che ieri, dalle finestre, urlavano la loro frustrazione, chiedendo di essere "liberati". «Siamo prigionieri d’Italia - hanno gridato - dobbiamo andare via da qui. Siamo in ostaggio».
Nel pomeriggio di ieri sono ricominciati i trasferimenti, a suggellare la vittoria dei manifestanti sul Comune. Dopo un primo trasferimento di 18 persone, nella struttura erano rimaste 57 persone, per le quali il Comune «ha prospettato la soluzione dello smembramento delle famiglie», ha spiegato al Dubbio Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 Luglio. «Questo vuol dire che la soluzione loro proposta sarebbe ospitalità temporanea di madri e minori in casa famiglia, mentre padri e figli maggiorenni in strada».
Virginia Raggi, intanto, ha preso le distanze da Casa Pound, inneggiando al coraggio di Simone, il 15enne che ha sfidato i cori razzisti mostrando il volto vero di Torre Maura. Il giovane ha accusato i manifestanti di Casa Pound e Forza Nuova di «far leva sulla rabbia del quartiere, il quartiere mio, per fare i propri interessi e prendere voti. Nessuno deve essere lasciato indietro: né italiani, né rom né africani». E Raggi ha potato il video sul suo profilo Facebook, inneggiando al giovane. «Ecco i veri cittadini di Torre Maura - ha scritto - Grazie Simone. I giovani sono il nostro futuro. A Roma non c'è spazio per gli estremismi di Casapound e Forza Nuova».
Ma le accuse di Stasolla contro il sindaco sono pesanti e richiamano analogie con il passato. «A Torre Maura il Comune di Roma aveva scelto di praticare il modello dei "centri di raccolta rom", quello inventato da Alemanno e smantellato da "Mafia Capitale" - ha dichiarato - Con una mano (e soldi europei) chiudere i campi (o almeno tentare di farlo), con l'altra aprire costosissimi campi di nuova generazione ( con fondi comunali) denominati "centri di raccolta rom". Ha fallito. Perché è un sistema che viola i diritti umani, è costoso ( più di 2.000 euro mensili a famiglia), la popolazione non lo accetta». Per il presidente della 21 Luglio, il caso di Torre Maura non sarebbe che la punta di un iceberg.
Non è chiaro, al momento, dove le persone trasferite siano state collocate. Ma la strategia messa in atto dal Comune, ha spiegato Stasolla, è «un fallimento su tutti i fronti». I campi, sottolinea, «dovevano essere aboliti, mentre quello in questione si configura a tutti gli effetti come un campo in muratura. C’è una responsabilità politica molto grossa - ha aggiunto - che viene poi cavalcata da queste frange di estrema destra». Ma non sono i cittadini di Torre Maura ad essere razzisti, ha sottolineato Stasolla.
Durante la protesta, tre cassonetti sono stati usati come barricate e poi dati alle fiamme, mentre è stata bloccata la consegna dei pasti all’interno della struttura. E in tarda serata è stata bruciata un’auto in uso alla cooperativa che gestisce il centro d’accoglienza. La Procura sta ora indagando seguendo la pista dell’odio razziale, ma quei manifestanti, ha spiegato Stasolla, «hanno utilizzato la presenza delle telecamere e il tema caldo dei rom per darsi visibilità. Chi protesta non è Torre Maura - ha aggiunto - la cittadinanza non è razzista, visto che qui il tasso di residenti stranieri è molto alto, così come quello delle famiglie rom che da decenni vivono, in una convivenza pacifica, in case private o in alloggi dell’edilizia residenziale pubblica. Si è trattato di una strumentalizzazione da parte di quegli avvoltoi che si nutrono di visibilità, razzismo e di xenofobia».
Ogni sgombero non è altro che uno spostamento di un gruppo umano da una parte all’altra della città, ha evidenziato ancora il presidente della 21 Luglio. Uno «specchietto per le allodole, che dà la percezione di sicurezza ma che in realtà non risolve il problema, lo aggrava». Gli sgomberi creano, infatti, soltanto più precarietà: «chi stava in una abitazione precaria di legno, con finestre e porte, una volta sgomberato finisce in un’abitazione ancora più precaria e i bambini non andranno più a scuola».
Il sindaco Raggi ha provato a smarcarsi dalle polemiche, circoscrivendo le responsabilità degli scontri ai «militanti di Casa Pound e Forza Nuova», che ha definito «bestie». «Non ci sto alla narrazione di una città e un quartiere razzisti, sto dalla parte dei cittadini - ha affermato - C’è stata una scelta amministrativa sbagliata e non condivisa, per la quale sto già prendendo provvedimenti disciplinari. La destra ha voluto i campi rom, noi abbiamo già iniziato a chiuderli. Stiamo procedendo con il bisturi per separare chi ha diritto e voglia di integrarsi nella comunità, da chi invece non ha né diritto né voglia e quindi da noi non riceverà nessun aiuto». Il vicepremier Luigi Di Maio ha parlato di «tensioni sociali», che però «non giustifico la violenza, non giustifico chi calpesta il pane». Ma il parlamentare dem Emanuele Fiano ha gettato benzina sul fuoco: «ma esattamente, chiedo a chi di dovere ad ogni livello, quali altre manifestazioni di odio e discriminazione come quella di Torre Maura devono organizzare Casa Pound e Forza Nuova per essere considerate fuori della legalità costituzionale antifascista?».