Gli utenti della popolare piattaforma TikTok non hanno più potuto accedere al social da sabato sera, poche ore prima dell’entrata in vigore di un divieto federale sul servizio. L’applicazione dell’azienda è stata rimossa dai principali store, compresi quelli gestiti da Apple e Google, mentre il suo sito web ha comunicato agli utenti che la piattaforma non era più disponibile. Gli utenti che hanno cercato di aprire l’app hanno trovato un messaggio pop-up dell’azienda che impediva loro di scorrere i video.

«Negli Stati Uniti è stata promulgata una legge che vieta TikTok – Purtroppo questo significa che per il momento non potete usare TikTok», si legge nella comunicazione diffusa agli utenti. «Siamo fortunati che il presidente Trump abbia indicato che lavorerà con noi per trovare una soluzione per ripristinare TikTok una volta entrato in carica», continua il messaggio, in riferimento alla promessa del presidente eletto Donald Trump di "salvare” la piattaforma.

Prima di questo annuncio, TikTok aveva comunicato agli utenti in un altro messaggio che il suo servizio sarebbe stato «temporaneamente non disponibile» e aveva aggiunto di essere al lavoro per ripristinare il servizio negli Stati Uniti «il prima possibile».

Donald Trump sta intanto valutando un'estensione per TikTok negli Stati Uniti. E potrebbe concedere a TikTok altri 90 giorni per finalizzare un accordo che consenta alla piattaforma di condivisione video di continuare ad operare sul suolo americano. Durante un’intervista con la Nbc News, Trump ha dichiarato di non aver ancora preso una decisione definitiva ma ha spiegato che sta considerando questa opzione. La proroga verrebbe concessa dopo il suo giuramento, previsto per lunedì.

Proteste a Washington in vista dell’insediamento di Trump

Migliaia di persone provenienti da diverse parti degli Stati Uniti si sono riunite a Washington per manifestare in difesa dei diritti riproduttivi delle donne e altre cause che ritengono a rischio con l’imminente insediamento di Trump alla Casa Bianca. Gli organizzatori stimano che la partecipazione possa raggiungere le 50mila persone, mentre le previsioni della polizia si fermano a circa 25mila manifestanti.

La marcia, organizzata otto anni dopo la storica Women’s March del primo mandato di Trump, ha un nuovo nome: People’s March, segno di una riorganizzazione per coinvolgere un pubblico più ampio. Molti partecipanti esprimono preoccupazione per il futuro dei diritti delle donne, per il cambiamento climatico e per le battaglie delle persone transgender.

Una manifestante, Jill Parrish, arrivata da Austin, Texas, ha raccontato di aver prenotato un biglietto per partecipare a quello che pensava sarebbe stato l’insediamento di Kamala Harris come vicepresidente. Tuttavia, ha deciso di utilizzare il viaggio per unirsi alla protesta. “Sono qui principalmente perché temo per la nostra democrazia,” ha detto Parrish.

Slogan e messaggi della marcia

Fra i messaggi scritti sui cartelli dei manifestanti si leggono slogan come “Salva l’America”, “Contro gli aborti? Allora non abortite” e “L’odio non vincerà”. I partecipanti ribadiscono che, nonostante la vittoria di Trump, rimane forte il sostegno ai diritti fondamentali che considerano minacciati.

La manifestazione rappresenta un segnale chiaro: molte persone vogliono dimostrare che continueranno a battersi per le loro cause, indipendentemente dal risultato elettorale.