Si è spento in Texas poco prima delle 2 del mattino, dopo aver ricevuto un'iniezione letale, ponendo fine a 12 anni trascorsi nel braccio della morte del carcere di Huntsville. Steven Nelson, 37 anni, era stato condannato nel 2011 per l’omicidio del pastore Clint Dobson, appartenente alla stessa comunità religiosa che frequentava. Un delitto brutale, di cui Nelson ha però sempre negato la responsabilità.

Le autorità carcerarie hanno confermato il decesso alle 18:50 ora locale (l’1:50 in Italia). Si tratta della seconda esecuzione eseguita negli Stati Uniti nel 2025, dopo le 25 registrate nel 2024. Una terza condanna a morte dovrebbe essere eseguita giovedì in Alabama.

I fatti per cui Nelson è stato giudicato risalgono a un episodio avvenuto ad Arlington, nei pressi di Dallas. In quell’occasione, durante un’irruzione in una chiesa locale, il pastore Dobson venne brutalmente picchiato e soffocato con un sacchetto di plastica. Anche la segretaria della comunità, Judy Elliott, subì una violenta aggressione, ma riuscì a sopravvivere. Nelson ha sempre dichiarato di essersi limitato a fare da "palo", mentre altri due individui – mai sottoposti a processo – avrebbero agito all’interno della chiesa. A suo dire, persino i test del DNA non dimostrerebbero in modo definitivo il suo coinvolgimento diretto nell’omicidio del religioso.

Poco prima dell’iniezione letale, Nelson – secondo quanto riportato dall’agenzia AP – si è rivolto alla moglie invitandola a "godersi la vita". Ha poi aggiunto di non provare paura e di sentirsi in pace, autorizzando il direttore della più antica prigione del Texas, nota per ospitare le esecuzioni capitali, a procedere con la sentenza. In Colorado, invece, la pena di morte è stata abolita.