Le relazioni tra Israele ed Egitto si fanno sempre più tese, con Tel Aviv che accusa Il Cairo di non rispettare gli accordi di pace firmati nel 1979. L’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Yechiel Leiter, ha rivolto dure critiche al presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi, accusandolo di una grave violazione degli accordi sul Sinai.

«L’Egitto sta violando gravemente il nostro trattato di pace nel Sinai. Questo problema non può essere ignorato, è intollerabile», ha affermato Leiter, denunciando la costruzione di basi militari nella regione. Secondo il diplomatico israeliano, tali infrastrutture potrebbero essere utilizzate per operazioni offensive, in contrasto con i limiti imposti sugli armamenti nella penisola.

Le accuse di doppio gioco con Hamas

Le critiche di Leiter non si sono fermate al Sinai. Durante un incontro online con rappresentanti di importanti organizzazioni ebraiche statunitensi, ripreso dal quotidiano Times of Israel, l’ambasciatore ha accusato al Sisi di “giocare su entrambi i fronti” nei rapporti con Hamas.

Sebbene il governo egiziano sia storicamente in contrasto con i Fratelli Musulmani – gruppo da cui Hamas trae origine – Leiter sostiene che Il Cairo mantenga relazioni ambigue con il movimento islamista palestinese, complicando ulteriormente le dinamiche geopolitiche della regione.

Qatar e Turchia nel mirino di Israele

L’ambasciatore ha poi puntato il dito contro il Qatar e la Turchia, accusandoli di contribuire all’instabilità in Medio Oriente. «Dobbiamo iniziare a parlare del Qatar. Il gioco che stanno facendo, comprando il silenzio e la tolleranza per il loro sostegno al terrorismo, è semplicemente insostenibile», ha dichiarato Leiter, riferendosi al presunto sostegno finanziario di Doha a Hamas.

Le preoccupazioni per il ruolo del Qatar non sono solo israeliane: anche Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein hanno più volte espresso timori simili, ritenendo che i finanziamenti di Doha favoriscano gruppi terroristici sotto la copertura di aiuti umanitari.

Per quanto riguarda la Turchia, Leiter ha accusato Ankara di “permettere ai leader di Hamas e ai Fratelli Musulmani di operare dal suo territorio” e di sostenere finanziariamente gruppi che alimentano le tensioni sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, uno dei punti più sensibili del conflitto israelo-palestinese.

Verso la normalizzazione con l’Arabia Saudita?

Nonostante le tensioni con alcuni attori regionali, Israele guarda con interesse alla possibilità di una normalizzazione dei rapporti con l’Arabia Saudita. Secondo Leiter, i due Paesi non sono ancora vicini a un accordo formale, “ma più vicini che mai”.

Da quando ha assunto il ruolo di ambasciatore a Washington su nomina del premier Benjamin Netanyahu, Leiter si è distinto per una linea dura, pienamente allineata con la destra israeliana e il movimento dei coloni. Secondo il Times of Israel, le sue posizioni, che avrebbero potuto incontrare difficoltà con l’amministrazione Biden, potrebbero ora trovare un contesto più favorevole con la Casa Bianca e il Congresso controllati dai Repubblicani.

Le dichiarazioni di Leiter alimentano il già acceso dibattito sulla stabilità del Medio Oriente, mentre Israele continua a rafforzare le sue alleanze e a monitorare con attenzione le mosse dei principali attori della regione.