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I tempi per la liberazione di Cecilia Sala ? «Mi auguro che siano brevi, ma non dipendono da noi». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani , parlando con i giornalisti su Senato. «Cerchiamo di risolvere questa vicenda complicata e di garantire che Sala sia detenuta nelle migliori condizioni possibili, che possa ricevere le visite consolari e possa parlare con la famiglia e che abbia un trattamento normale, non negativo, cosa che sta accadendo in questo momento», ha aggiunto.
Il ministro ha anche dato notizie sulle condizioni di protezione della giornalista: «Dal giorno in cui Cecilia Sala è stata fermata il governo è al lavoro per cercare di riportarla in Italia. Sala ha parlato due volte con i genitori e ieri ha ricevuto la visita della nostra ambasciatrice in Iran, durata circa mezz'ora. È in buona salute e sta in una cella da sola, a differenza di Alessia Piperno . Noi lavoriamo in perfetta sintonia con la famiglia di Cecilia Sala e insieme alla famiglia il governo chiede discrezione e riservatezza per una trattativa che deve essere diplomatica per garantire la sua sicurezza e il suo rientro in Italia. Mi pare che sia, così come ha visto l'ambasciatrice, un trattamento dignitoso, rispettoso della dignità della persona: lo continueremo a verificare con le visite consolari che faremo, al momento non abbiamo avuto segnali negativi, anzi. È detenuta, ovviamente, quindi non è una condizione ideale. Però viene nutrita ed è in cella singola, non parlerei di isolamento. Ora riceverà, attraverso il ministero degli Esteri iraniano dei beni di prima necessità».
AVVOCATO AL LAVORO, MA NON ABBIAMO I CAPI DI IMPUTAZIONE
Le accuse nei confronti di Sala non sono state ancora formalizzate e solo ieri la giornalista ha potuto ricevere la visita consolare dell'ambasciatrice italiana a Teheran, Paola Amadei . Sui motivi dell'arresto Tajani ha chiarito: «Ancora non abbiamo i capi d'accusa perché l'avvocato non ha ancora avuto la possibilità di visitarla in carcere. Speriamo che lo possa fare nei prossimi giorni e che possa avere quanto prima dei capi di imputazione precisi. L'avvocato dell'ambasciata è in stretto contatto con la nostra ambasciatrice e la famiglia è costantemente aggiornato da me personalmente e dall'ambasciatrice, che ha già potuto rassicurare la famiglia».
TAJANI: È INUTILE FARE DIETROLOGIE
Sull'ipotesi di una eventuale “diplomazia degli ostaggi”» per liberare Cecilia Sala, il ministro degli Esteri è stato categorico: «È inutile che si facciano dietrologie: è importante che Sala torni a casa il prima possibile e grazie al lavoro della diplomazia, con la collaborazione tra presidenza del Consiglio e il ministero degli Esteri». A chi chiedeva se il giornalista sia stata vittima di una sorta di rappresaglia di Teheran per l'arresto di un cittadino svizzero-iraniano, fermato a Malpensa lo scorso 16 dicembre, ha aggiunto: «C'è un detenuto svizzero-iraniano , che è stato arrestato a Malpensa prima di Cecilia Sala perché c'era un mandato di cattura internazionale emesso dagli Stati Uniti d'America . Il detenuto è trattato con tutte le garanzie che noi dobbiamo dare ai detenuti non condannati, ha ricevuto la visita consolare, il suo avvocato ha avuto la possibilità di conoscere i capi di imputazione, ma sono capi di imputazione che vengono da un mandato di cattura internazionale : l'Italia non è competente per il procedimento penale di questo iraniano. C'è stato un mandato di cattura e poi si vedrà l'estradizione, sarà la magistratura a decidere. Al momento è trattato in carcere ma con tutte le garanzie che spettano a un detenuto non italiano».
IL PRESIDENTE MELONI SEGUE LA VICENDA CON ATTENZIONE
Anche Palazzo Chigi segue con attenzione la vicenda di Cecilia Sala e in una nota si legge che «Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni , segue con costante attenzione la complessa vicenda di Cecilia Sala fin dal giorno del fermo, il 19 dicembre. E si tiene in stretto collegamento con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e con il sottosegretario Alfredo Mantovano , al fine di riportare a casa al più presto la giornalista italiana. D'accordo con i suoi genitori, tale obiettivo viene perseguito attivando tutte le possibili interlocuzioni e con la necessaria cautela, che si auspica continui a essere osservata anche dai media italiani».
TANTI I MESSAGGI DI SOLIDARIETA'
«Arrivano moltissimi messaggi di solidarietà indirizzati a Cecilia. Appena sarà possibile, saprà di tutto questo affetto». Sono le prime parole del compagno di Cecilia Sala, il giornalista del Post Daniele Raineri , all'indomani dell'annuncio dell'arresto in Iran della reporter italiana, avvenuto il 19 dicembre scorso a Teheran. «Cecilia Sala è andata a lavorare in Iran con un visto giornalista», ricorda Raineri in un post su Instagram, «al penultimo giorno è stata arrestata dalle autorità iraniane e rinchiusa in una cella di isolamento nella prigione di Evin, a Teheran. La prima visita in carcere è stata autorizzata soltanto dopo otto giorni in isolamento».