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Per l'amministrazione Trump un'azione militare contro la Corea del Nord è «un'opzione sul tavolo». Lo ha detto Rex Tillerson durante la sua visita in Corea del Sud sottolineando che «la pazienza strategica» di Washington nei confronti di Pyongyang si è esaurita e si stanno esplorando una serie di nuove misure diplomatiche, economiche e di sicurezza per fermare il programma nucleare e missilistico nordcoreano. Parlando con i giornalisti dopo aver visitato la zona demilitarizzata che divide le due Coree, il segretario di Stato americano, rispondendo ad una domanda sulla possibilità di un'azione militare, ha detto che «certamente noi non vogliamo che le cose arrivino ad un conflitto militare». «Se loro elevano la minaccia del loro programma di sviluppo di armamenti ad un livello che richiede l'azione, allora questa è un'opzione sul tavolo», ha poi aggiunto. Tillerson ha poi rivolto un messaggio a Pechino, dove domani concluderà la sua missione asiatica, chiedendo che la Cina applichi in modo completo le sanzioni imposte dall'Onu in risposta ai test nucleari e missilistici della Corea del Nord. «Non credo che noi abbiamo raggiunto il massimo livello di azione possibile nell'ambito della risoluzione del Consiglio di Sicurezza con la piena partecipazione di tutti i Paesi», ha detto. Una presa di posizione che ha allarmato la Russia di Putin «Bisogna evitare di arrivare a un punto critico, di costringere Pyongyang nell'angolo con esercitazioni militari, difesa missilistica e altre azioni», ha dichiarato Viktor Ozerov, presidente della commissione Difesa del Consiglio della Federazione russa. Si tratta primo segnale di malcontento in arrivo da Mosca per quella che a prima vista appare come la svolta dell'Amministrazione Trump sulla Corea del Nord, ma che potrebbe essere soltanto un gioco di forza diplomatico. «L'intenzione degli Stati Uniti di ritirarsi dai colloqui a sei sulla Corea del Nord indica l'impotenza di Washington», ha aggiunto Ozerov, citato dall'agenzia di stampa Interfax.