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Il Presidente Donald Trump incontra il Primo Ministro giapponese Shigeru Ishiba alla Casa Bianca
La tensione tra la Casa Bianca e il sistema giudiziario statunitense è in crescita, con il rischio concreto di una crisi costituzionale. Secondo quanto riportato da NBC News, all’interno dell’Amministrazione Trump cresce l’irritazione nei confronti dei tribunali, accusati di ostacolare la realizzazione dell’agenda presidenziale. Alcuni consiglieri vicini al presidente starebbero addirittura suggerendo di sfidare apertamente le decisioni giudiziarie, mettendo in discussione il principio della "judicial review", cardine della separazione dei poteri.
Il ruolo della judicial review e il rischio di una crisi
Negli Stati Uniti, la judicial review è il principio costituzionale che assegna ai tribunali il potere di annullare leggi e atti esecutivi ritenuti incostituzionali. Tuttavia, le recenti dichiarazioni di esponenti di spicco dell’Amministrazione Trump sembrano mettere in dubbio questa prerogativa del potere giudiziario. Il vicepresidente JD Vance ha espresso apertamente la sua opposizione a questa dinamica, affermando che i giudici non possono «controllare il potere esecutivo legittimo».
In un post pubblicato sui social domenica, Vance ha scritto: «I giudici non sono autorizzati a controllare il legittimo potere esecutivo». E ha aggiunto: «Sarebbe illegale se un giudice cercasse di dire a un generale come condurre un’operazione militare». Queste dichiarazioni hanno sollevato l’ipotesi di una possibile crisi tra la Casa Bianca e il sistema giudiziario, con il rischio che l’Amministrazione Trump possa decidere di ignorare o non rispettare le sentenze dei tribunali.
La sentenza del giudice McConnell e le reazioni della Casa Bianca
La tensione è ulteriormente aumentata dopo la recente decisione di un giudice federale del Rhode Island, John McConnell, che ha stabilito che l’Amministrazione Trump non ha rispettato una sua precedente direttiva riguardante il congelamento dei finanziamenti federali. Il magistrato ha ammonito la Casa Bianca con parole chiare: «Coloro che prendono per conto proprio decisioni sulla legge e si rifiutano di obbedire a un ordine rischiano l’oltraggio alla corte». Questa sentenza si aggiunge ad altri ostacoli legali che stanno rallentando i piani dell’Amministrazione, tra cui quelli volti a ridurre il governo federale, eliminare lo ius soli e limitare la spesa pubblica. Secondo una fonte della Casa Bianca citata da NBC News, questi sviluppi non sorprendono: «Era previsto che i tribunali si sarebbero messi di traverso».
Musk chiede l’impeachment di un giudice
A rendere ancora più acceso il dibattito è intervenuto anche Elon Musk, che ha chiesto la rimozione di un giudice federale dopo che quest’ultimo ha emesso una sentenza che limita l’accesso della sua azienda ai sistemi finanziari federali. Questa presa di posizione ha alimentato ulteriormente la discussione sulla separazione dei poteri e sul rispetto delle sentenze giudiziarie da parte dell’esecutivo.
Esperti avvertono: «Rischio impeachment per chi ignora i tribunali»
Di fronte a questa crescente frattura istituzionale, l’ex procuratore generale Alberto Gonzales, che ha servito sotto l’amministrazione di George W. Bush, ha avvertito sui possibili rischi di una sfida aperta ai tribunali da parte della Casa Bianca. «Ignorare volontariamente i tribunali potrebbe essere motivo di impeachment o almeno di condanna pubblica e di censura da parte del Congresso». Gonzales ha poi ribadito un principio fondamentale del sistema americano: «Sono le corti a decidere in ultima analisi cosa è illegale o incostituzionale, non il vicepresidente o il presidente. Le corti hanno l’ultima parola su quale sia il potere legittimo dell’esecutivo, quindi in questo senso esercitano un certo controllo».