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Un lunedì carico di tensione: iIl 20 gennaio infatti si è celebrato, a Richmond capitale delllo stato della Virginia, il “Lobby day”, il raduno annuale di tutti coloro che vogliono mantenere la possibilità di detenere armi da fuoco. Quest'anno la manifestazione è diventata ancora più significativa a causa dei progetti di legge per un controllo più stringente su pistole e fucili.
L'assemblea dello stato ha infatti approvato diversi provvedimenti diretti a limitare l'uso e l'acquisto. Più concretamente è proibito comprare più di una pistola al mese, i governi locali potranno vietare le armi in parchi ed edifici pubblici oltre ad un monitoraggio complessivo sui rivenditori.
A Richmond dunque si sono dati appuntamento almeno 50mila pro- gun, la vigilia è stata segnata da una forte preoccupazione per la presenza delle famigerate milizie antigovernative.
Infatti oltre agli organizzatori della Virginia Citizens Defense League, in moltissimi sono giunti anche da altri stati. Si tratta di gruppi che, non solo propugnano la libertà che in diversi casi si richiamano ai movimenti suprematisti bianchi.
Una situazione che ha costretto il governatore Ralph Northam a dichiarare lo stato di emergenza e a bandire la presenza di armi nei dintorni del palazzo del governo. Il pensiero è andato subito a quanto successo nel 2017 a Charlottesville, quando durante una manifestazione di estremisti di destra rimase ucciso un 32enne che protestava contro il raduno. La scorsa settimana l'Fbi ha fatto sapere di aver arrestato sette neonazi ( un'organizzazione chiamata The Base) intenzionati a recarsi a Richmond. I social network dei gruppi suprematisti si sono riempiti di proclami alla guerra civile insieme alle minacce contro i legislatori.