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Seppur riconosca che deve «fare accertamenti», il procuratore capo di Catania Carmelo Zuccaro ha già fornito dettagli su presunti intrecci criminali tra scafisti e Ong. Ha parlato di organizzazioni umanitarie nate dal nulla tra il settembre e l’ottobre 2015 ( cinque tedesche, una spagnola e una maltese), che «dimostrano di avere avuto subito disponibilità di denari per il noleggio delle navi, l’acquisto di droni ad alta tecnologia e la gestione delle missioni, di cui sembra molto strano possano dotarsi senza avere un ritorno economico». Le sue tesi offrono di certo una sponda perfetta alle tesi complottiste dell’estrema destra. Non a caso il primo ad accusare le Ong è stato il primo ministro ungherese Viktor Orban. Il quale ha puntato il dito contro il miliardario e filantropo George Soros, reo di finanziarie diverse Ong. Ed è proprio una delle Ong finanziate ( anche) da Soros che ha indotto la Procura di Catania ad accendere un faro investigativo: la Moas, Migrant Offshore Aid Station. Si tratta una organizzazione finanziata da Regina e Christofer Catrambone, due imprenditori che dopo il terribile naufrago di Lampedusa avvenuto il 3 ottobre del 2013 - in cui morirono 386 persone - hanno deciso di impegnarsi per salvare le vite dei migranti. Lei calabrese, lui americano, vivono da 7 anni a Malta, dove hanno costituito Tangiers group, un’agenzia che offre assicurazioni, aiuti in caso di emergenza e intelligence nelle zone più pericolose del mondo. La Moas è nata nel 2014 e ad oggi ha salvato più di 33mila vite grazie a due navi “Phoenix” e “Topaz responder”.
Nel corso del 2016, in realtà, la maggior parte degli interventi è stata operata dalla Guardia Costiera italiana, da unità dell’agenzia europea Frontex, dai mezzi militari dell’operazione Eunavfor Med e della Marina Militare. L’intervento delle Ong – che nel 2016 hanno soccorso non più del 28 per cento delle persone – ha invece contribuito a ridurre significativamente il peso degli interventi che gravava in modo significativo sulle navi commerciali presenti nell’area.