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«Identificateli, fermateli, metteteli in quarantena». Quando sulle pagine Facebook comincia a girare il video della stazione di Milano, popolata in piena notte di gente con valigia in mano, pronta a scappare dalla Lombardia prima della "chiusura" dei confini, a diffondersi non è il Coronavirus, ma il panico. «Statevene a casa», ammonisce qualcuno, mentre qualcun altro prova a fare valere il proprio «irresponsabili» tramite la tastiera. Parola che poche ore dopo il premier Giuseppe Conte rivolge a chi ha fatto trapelare quella bozza - poi modificata - che avrebbe seminato il panico tra coloro che, di li a poco, si immaginavano in un carcere delimitato dai propri confini territoriali. Ma quegli assalti, poche ore dopo, vengono smentiti. Non c’è nessun tipo di ressa a Milano Centrale, comunica la Polfer, ma gente che sostiene di aver anticipato la propria partenza. Anzi, la città appare deserta. Molti arrivano con la mascherina sul volto, spiegando di aver deciso di partire dopo la firma del decreto da parte del governo. «Ho anticipato per non rischiare», dice una giovane diretta a Venezia, da zona rossa, dunque, a zona rossa. E nemmeno a Linate si sarebbe ipotizzata alcuna ressa: i banchi dei check-in Alitalia sono anzi quasi vuoti, eccetto la presenza di chi aveva già programmato il proprio viaggio. Ma a gettare nel panico il meridione sono i video, rimbalzati di bacheca in bacheca, che riprendono centinaia di persone dirigersi verso i binari, pronti ad abbandonare la Lombardia prima della sua chiusura ufficiale. [embed]https://www.facebook.com/cosenza/videos/147793199753457/[/embed] In questo video, diffuso dall'Associazione ferrovie di Calabria, la situazione ieri notte alla stazione di Milano Porta Garibaldi: i treni Intercity Notte verso il sud Italia, riporta la pagina, si sono riempiti da gente in fuga, incurante delle difficoltà dei sistemi sanitari del meridione che, in caso di nuovi contagi, rischierebbero di non poter sopperire alle necessità. E così è scoppiata l'ira del web. «Se fosse accaduto il contrario ci avrebbero aspettati con i fucili», dice una donna, mentre qualcun altro insiste: «cosa non si capisce della frase "siate responsabili"?». «Sarà contagio di massa», ipotizza qualcuno, maledicendo il governo. «Le smentite? Guardate i video, sentite cosa dicono gli intervistati: sono partiti dopo aver letto la bozza, altro che». In men che non si dica, i governatori sono corsi ai ripari, tentando di contenere il panico e, soprattutto, fermare i rientri, annunciando quarantene e chiedendo di fermare l'esodo. «Ore 2.31, ho firmato l’ordinanza per obbligare alla quarantena chi arriva in Puglia dalla Lombardia e dalle 11 province del nord», ha annunciato su Facebook il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. «Vi parlo come se foste i miei figli, i miei fratelli, i miei nipoti: Fermatevi e tornate indietro. Scendete alla prima stazione ferroviaria, non prendete gli aerei per Bari e per Brindisi, tornate indietro con le auto, lasciate l’autobus alla prossima fermata. Non portate nella vostra Puglia l’epidemia lombarda, veneta ed emiliana scappando per prevenire l’entrata in vigore del decreto legge del Governo. State portando nei polmoni dei vostri fratelli e sorelle, dei vostri nonni, zii, cugini, genitori il virus che ha piegato il sistema sanitario del nord Italia. Avreste potuto proteggervi come prescritto, rimanendo in casa e adottando tutte le precauzioni che ormai avrete imparato. Ma avete preso una decisione sbagliata - ha sottolineato Emiliano - Non ho purtroppo il potere di bloccarvi, ma posso ordinarvi di comunicare il vostro arrivo ai medici di famiglia e di rimanere a casa in isolamento fiduciario per 14 giorni. Se volete evitare queste conseguenze, se siete in Lombardia o nelle altre province indicate, non tornate adesso in Puglia e se siete già in viaggio ritornate indietro. So cosa state provando. Ma dovete essere lucidi». Mentre Jole Santelli, governatrice della Calabria, ha definito una «follia» l'esodo verso il sud, ed in particolare verso la Calabria. «Siamo preoccupati ed a lavoro senza sosta per preservare la nostra terra da chi non ha ben compreso la gravità del rientro senza controllo. Ritornare dal nord in modo incontrollato mette in pericolo la nostra terra e gli affetti di tutti. Non fatelo, fermatevi, seguite le regole, proteggetevi e proteggeteci come prescritto. L’esodo incontrollato porterà all’aumento esponenziale del contagio anche da noi - ha sottolineato -. È evidente che una sanità come quella calabrese, vessata da anni da tagli selvaggi, non è in grado di reggere una situazione di totale emergenza.Occorrono provvedimenti urgenti e seri di contenimento e sicurezza che non è nel potere della Regione emanare. Chiedo il blocco delle partenze verso la Calabria, per ordinanza regionale noi stiamo facendo i controlli negli aeroporti, ma non possiamo chiudere ingressi, treni e pullman. Il governo blocchi l’esodo verso la Calabria che rischia di innescare una bomba emergenziale. Chiediamo immediati ed urgenti controlli su treni e nelle stazioni dei pullman. Non è nei miei poteri bloccare gli arrivi dalla zona arancione. La Calabria non è in grado di reggere un’emergenza sanitaria grave. Io sto firmando un’ordinanza urgente che dispone la quarantena obbligatoria per chi arriva dalle 14 province, un provvedimento per cui chiedo la collaborazione attiva dei sindaci, subito». È in corso, intanto, una riunione della Polizia Ferroviaria a Milano Centrale per l’attuazione del decreto che ieri ha reso l’intera Lombardia e 11 province zona circondata da cordone sanitario. La Polfer si prepara infatti al pattugliamento delle stazioni e ai controlli per evitare uscite dalla regione non previste dalla norma, sebbene al momento non siano state ancora date disposizioni precise in merito, che arriveranno in giornata.