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Urne aperte in Baviera: gli elettori del Land meridionale tedesco, il più grande per superficie e secondo per popolazione e importanza economica (sede di Bmw, Siemens e Allianz) saranno chiamati a rinnovare il Landtag, il parlamento regionale. Nei sondaggi il voto si presenta come la premessa di un cambiamento politico di portata nazionale: la Csu, dove governa in Baviera dal 1957 e dove ha sempre avuto la maggioranza assoluta, sembra avviarsi verso una sconfitta senza precedenti. Si conferma invece la forte crescita del partito ambientalista, che i sondaggi danno al secondo posto, tanto da far parlare di possibile governo di coalizione nero-verde: una rimonta che ha il volto della 33enne Katherine Schulze. Una prospettiva rispetto alla quale il candidato della Csu e attuale governatore del Land, Markus Soeder, ha espresso chiaramente i suoi dubbi. Nel settembre 2015 la Baviera si era trovata improvvisamente sulla linea del fronte del dibattito politico tedesco ed europeo sulla crisi migratoria, sperimentando il grande afflusso, attraverso il confine meridionale, di richiedenti l'asilo provenienti da Medio Oriente ed Africa lungo la rotta dei Balcani occidentali. Ad oggi, la cancelliera Angela Merkel sta ancora scontando - in termini di compattezza del suo esecutivo e di consenso nell'elettorato - la decisione di aprire i confini a diverse centinaia di migliaia di rifugiati in fuga da guerre e persecuzioni per evitare una catastrofe umanitaria. E se i sondaggi della vigilia risulteranno accurati, e le urne sanciranno la debacle annunciata per gli alleati della Cdu in Baviera - al governo con la Cdu e la Spd a Berlino - il voto sarà una conferma dell'avvio di una fase di transizione politica per la cancelliera dopo più di 13 anni al potere. Per contrastare l'avanzata del partito di estrema destra ed antiimmigrati Alternativa per la Germania (Afd), quello che maggiormente viene vissuto come una minaccia dalla Csu, i cristianosociali hanno tentato di puntare a destra, ma con scarsi risultati: dopo il 47,7 per cento delle elezioni del settembre 2013, ora si vedono ridotti al 33 per cento (sondaggio ARD) mentre l'Afd si attesta sul 10% dei voti, un risultato che porterebbe il partito di estrema destra a rafforzarsi ulteriormente a livello nazionale dopo essere entrato nella maggior parte dei parlamenti regionali e in quello federale. Una sconfitta avrebbe anche effetti sul futuro del leader Csu e ministro dell'Interno della Merkel, Horst Seehofer. All'interno del partito si è già iniziato ad addossargli la colpa della preannunciata sconfitta. Non se la passa meglio l'altro partito alleato di Merkel nella grande coalizione a livello di governo federale, la Spd, che nei sondaggi esce dimezzata rispetto al 2013. E anche qui non mancheranno le critiche e le accuse di una disfatta provocata dalla continua presenza della Spd nelle coalizioni con la Cdu.